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Se ero tibetano...

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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400 contratti non rinnovati all' IVECO di Suzzara (MN)

Cosa serve ancora per convincere che la legge 30 deve essere abrogata?

(30 Agosto 2008)

Dalla parte dei lavoratori, dei precari, degli immigrati: occorre una rappresentanza politica del mondo dei lavori: i comunisti impegnati per la costituente comunista, per la ripresa della lotta e del conflitto sociale in difesa degli interessi e dei diritti delle classi popolari

La ripresa dell'attività produttiva, a partire dallo stabilimento IVECO di Suzzara che non rinnoverà il contratto di "somministrazione" lavoro a ben 400 dipendenti assunti nella scorsa primavera per fronteggiare la forte richiesta di commesse di veicoli, dovrebbe destare grande preoccupazione in tutto il comparto sociale del territorio.

Fino a pochi mesi orsono, infatti, un'intera collettività, quella del basso mantovano, pareva ruotare attorno alle decisioni dell'azienda di potenziare, si è poi visto solo temporaneamente, la produzione di automezzi.

Non solo quei contratti, dalla forma più odiosa, la somminisrtrazione di manodopera, non verranno rinnovati ma il tessuto sociale e politico nemmeno conosce le prospettive occupazionali e di vita di quanti avevano lavorato a Suzzara per mesi, richiesto servizi ed integrazione, anzi, i punti interrogativi oggi riguardano anche i contratti a tempo determinato e, più in generale, le prospettive di una produzione che dipende dalle dinamiche e quindi dalle condizioni internazionali, tutte protese a difendere e potenziare gli interessi capitalistici e delle classi industriali, completamente disinteressati alle condizioni della classe operaia, consioderata quale semplice variabile produttiva.

La legge 30 è la cornice istituzionale della situazione: essa ha modificato il mondo del lavoro e quindi la vita degli operai e dei lavoratori, condannandoli senza appello alla condizione di perpetua precarietà. Essa rappresenta la filosofia di quello che il padronato voleva da decenni ed ora sta realizzando, al di là di ogni rosea aspettativa.

Come si possano affrontare le prospettive relative la crisi occupazionale del mantovano, evitando di puntare il dito e quindi di impegnarsi a lottare contro l'origine del disastro, dimenticando quanti hanno imposto, poi voluto mantenere e, inevitabilmente, portare al peggioramento quella norma, è quanto meno ipocrita, deleterio per gli interessi e la stessa organizzazione della classe operaia e rischia di gettare nell'isolamento un'intera parte, quella economicamente più debole, delle società produttiva.

Gli esempi sono già numerosi ed è illusorio fingere che nulla sia cambiato nei rapporti socio economici anche della nostra realtà territoriale.

I comunisti ritengono che solo la riaggregazione sociale nella lotta per la difesa del lavoro e dei diritti, del principio di eguaglianza e dei servizi pubblici di qualità, il rafforzamento e l'autorevolezza della rappresenzanza politica della classe operaiia e del mondo dei lavori, possano agire da freno contro l'aggressione globale del padronato alle classi sociali meno abbienti.

E' ormai evidente che, in caso contrario, l'attacco frontale portato dal padronato e di conseguenza, per suo tramite, dalle forze politiche che ne rappresentano gli interessi nei due poli dominanti, sarà spiazzante per l'intera società ma, in particolare, per i più deboli e sempre meno organizzati: lavoratori, precari, immigrati, donne, impiegati nella sanità, nella scuola e in tutti i servizi pubblici, oggi attaccati dal governo come dall' opposizione parlamentare (le vicenda trasporti e Alitalia, al proposito, si commentano da sole).

Siamo dunque al fianco dei lavoratori, dei precari e del sindacato nella lotta per il lavoro, i diritti, la difesa delle garanzie conquistate con decenni di lotta oggi a forte rischio in tutti i settori produttivi e ci impegneremo sia a livello istituzionale che nelle lotte a difesa di questi interessi, per la costruzione di una rappresentanza politica di classe che sappia fare argine a difesa dei diritti come essere coerente forza democratica e di progresso per l'intera società.

monica perugini
capogruppo Comunisti Italiani
Provincia di Mantova

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