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(4 Settembre 2008)
“La nuova sessione di trattativa tra confederazioni sindacali e Confindustria, ha confermato tutti i rischi pesanti che possono venire per le buste paghe e per la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, da un accordo che sia nel perimetro attuale del negoziato.”
“Infatti il confronto continua a ruotare attorno a una programmazione dell’inflazione che è ampiamente al di sotto di quella ufficiale Istat, a sua volta inferiore all’aumento dei beni di prima necessità.”
“Con un governo che ha fissato l’inflazione programmata all’1,7%, di fronte a un’inflazione Istat superiore al 4%, la Confindustria fa chiaramente capire di essere disposta a concordare cifre attorno al 2%, così invece che tutelare il potere d’acquisto si programma della riduzione dei salari nei contratti nazionali. Se a questo si aggiunge che si vogliono imporre nuovi vincoli che leghino il salario alla produttività, quando la condizione di lavoro nell’industria è tra le più pesanti d’Europa, si comprende bene come il negoziato in corso sia impostato in modo per cui un eventuale accordo è solo a perdere per i lavoratori. E’ incomprensibile allora la disponibilità a trattare su queste basi che emerge da alcune dichiarazioni sindacali.”
“A questo punto chiederemo, nel Direttivo della Cgil del 9 settembre, di interrompere un negoziato che rischia di produrre solo danni sulle buste paghe e sui diritti dei lavoratori e di portare finalmente nelle assemblee nei luoghi di lavoro tutta la gravità delle posizioni degli industriali.”
Roma, 3 settembre 2008
Giorgio Cremaschi
Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale
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