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(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

Mortacci dell'8 settembre

(8 Settembre 2008)

Li mortacci tua - li mortacci vostra: non credo che debba tradurre questa colorita e cadaverica affermazione ed imprecazione romanesca ma questo mi è venuto in mente leggendo i ben 4 messaggi arrivati da Tim sul cellulare, pari a quelli ricevuti l’11 settembre del 2001. Approfondisco e leggo che questi morti sbattuti in faccia all’uno e all’altro, sono nati con la commemorazione e cerimonia per l’8 settembre, in ricordo dei caduti per la difesa di Roma durante la Resistenza. Napolitano invita tutti a rafforzare la Memoria della Resistenza (ci mancherebbe), Alemanno media le dichiarazioni e azioni dei giorni passati sul fascismo (”un fenomeno complesso, molti vi aderirono in buona fede”) e le leggi razziali (”quelle sì che furono il male assoluto, un cedimento al nazismo”) aggiungendo oggi :«Per il sottoscritto comprendere la complessità storica del fenomeno totalitario in Italia e rendere omaggio a quanti si batterono e morirono su quel fronte in buona fede, non significa non condannare senza esitazione l’esito liberticida e antidemocratico di quel regime». Non basta, interviene alla stessa cerimonia, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e rende omaggio anche ai suoi morti, militari dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana che, «dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria. Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d’Italia». Non si esclude che questa rivendicazione di morti per la Patria, rafforzerà le motivazioni di Veltroni, e non come sperato da Alemanno ritirandole, uscendo dal comitato del Museo della Shoah di Roma.
E continuano a volteggiare nell’aria come qualcosa di nuovo, anzi d’antico…questi cuori da fare paura per quanto sono vivi nel bestemmiare la dignità della persona, sbattendo una porta e comunicando alla piazza, i nuovi vinti e vincitori, della Solita Grande Infinita Guerra.

Doriana Goracci

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