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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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La sinistra in Autunno. Cambio di passo o coazione a ripetere?

(9 Settembre 2008)

Si susseguono in queste settimane sia le aspettative per una ripresa del conflitto sociale e dell’opposizione reale contro i provvedimenti “a tutto campo” del governo Berlusconi sia la sensazione di perdurante impalpabilità che offrono i partiti della sinistra ancora traumatizzati dalla sconfitta elettorale di aprile.

Vogliamo augurarci che di fronte alle conseguenze di questa contraddizione, i partiti della sinistra - reduci da congressi difficili, in alcuni casi laceranti – evitino di riproporre la coazione a ripetere degli stessi riti, degli stessi passaggi e delle stesse argomentazioni che hanno portato alla sconfitta elettorale e alla crisi politica. Non siamo noi ma è la realtà che indica come la mancanza di autonomia e di indipendenza politica e culturale non possa che trascinare a subire ancora la situazione piuttosto che a esserne protagonisti, ad essere oggetti piuttosto che soggetti della realtà politica nel nostro paese.

Volendo dare un contributo ad un confronto vero e progettuale tra i comunisti e la sinistra anticapitalista, ci preme sottolineare come questa coazione a ripetere - che poco sembra aver imparato dalle sconfitte di questi anni – rischia ancora una volta di sovrapporsi a qualsiasi progettualità e non riesca a produrre un orizzonte che vada oltre la consueta manifestazione ad ottobre e le prossime elezioni europee.

Nel PRC e nel PdCI ci si lacera molto sugli equilibri interni alla sinistra ma stenta ad emergere una riflessione ed un bilancio onesto sulla partecipazione alle giunte locali con il PD (ormai in piena competizione con le giunte di destra sul piano securitario e della gestione aziendalista degli enti locali), non c’è un progetto di lotta sull’emergenza democratica nel nostro paese che sta producendo effetti assai più gravi di un pur grave innalzamento dello sbarramento elettorale, non c’è un’idea sul come affrontare le conseguenze di una crisi internazionale serissima e che questa estate ha mandato drammatici segnali sugli scenari di guerra tra le potenze in competizione, non ci sono indicazioni di lavoro e analisi sui settori che possono ingaggiare oggi il conflitto sociale in questa difficile fase storica, non c’è una proposta di mobilitazione generale sul piano delle vertenze (sull’Alitalia o su scuola e pubblico impiego, sulle ferrovie o sui licenziamenti di massa dei precari).

Di fronte alla pesantissima crisi sociale che attraversa il paese, ad una crisi politica della sinistra talmente devastante da agevolare in moltissimi ambiti sociali l’affermazione di una egemonia reazionaria, i partiti della sinistra cosa indicano ai propri militanti disorientati da una realtà sempre più ostile?
Come si rapportano ai settori popolari che stentano a ritrovare il passo, a individuare di nuovo una loro rappresentanza politica proprio quando la drammatica situazione internazionale e sociale rivela la concretezza delle loro esigenze e dei loro obiettivi?

In queste condizioni, la crisi politica e l’autismo della sinistra verso la società non possono che acutizzarsi contribuendo così a facilitare l’egemonia reazionaria sui settori popolari ed a peggiorare la demoralizzazione dei militanti e degli attivisti. E’ del tutto illusorio (e in fondo anche un po’ disonesto) pensare che bandiere rosse e falci e martello in piazza in previsione di una nuova campagna elettorale per le europee, possano invertire la tendenza subìta in questi anni.

Indicativa, ma non esclusiva, di questa coazione a ripetere è la proposta in circolazione di una manifestazione nazionale l’11 ottobre con l’obiettivo di “ non lasciare lo spazio politico al PD”.
Non è certo secondario sottolineare come questa proposta di manifestazione nazionale, appena una settimana prima dello sciopero generale e della manifestazione nazionale del sindacalismo di base, entri direttamente in collisione, depotenziandolo, un primo e decisivo appuntamento di lotta sociale e sindacale dell’autunno, costruito dai delegati e dalle organizzazioni sindacali di base negli ultimi mesi.

Sulle prospettive dei comunisti e della sinistra in un paese come l’Italia, c’è piuttosto urgenza di aprire un confronto vero e non più ipotecato dal politicismo, c’è urgenza di “guardarsi in faccia” per definire una articolata agenda politica e sociale di mobilitazione contro un governo reazionario e antipopolare (ma, purtroppo, niente affatto impopolare), ponendo fine ai riti praticati in questi anni e che hanno portato alla crisi.

I comunisti e una sinistra anticapitalista consapevoli del proprio ruolo, dei limiti e delle possibilità del proprio radicamento sociale, possono giocare una partita importante nel nostro paese senza continuare a inseguire il PD né coloro che ci ripropongono una devastante coazione a ripetere.

Se si vuole discutere di proposte concrete di iniziativa e confrontarsi sulla complessa realtà sociale nel nostro paese, la Rete dei Comunisti – così come abbiamo affermato nella nostra assemblea nazionale di fine maggio – si rende disponibile alla discussione e all’azione politica comune per un cambio di passo in autunno e oltre l’autunno.

8 settembre 2008

La Rete dei Comunisti

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