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Napoli: scarcerati i 28 pakistani accusati di "terrorismo internazionale"

Un quadro indiziario confuso dalle motivazioni critiche alla conduzione dell'operazione (ANSA)

(12 Febbraio 2003)

NAPOLI, 12 FEB - Alcune critiche alle indagini svolte sui 28 pachistani scarcerati oggi sono state rivolte dal gip Favara nell'ordinanza di revoca delle misure cautelari.

Il gip parla "di un quadro indiziario confuso ed incerto" tale che "non possono essere prese in esame altre e diverse ipotesi che dovranno essere adeguatamente approfondite".

Il magistrato ricorda, tra l'altro, come la casa di Forcella dove furono eseguiti gli arresti e i sequestri e' un'abitazione di fatto gestita da un'uomo di fiducia della famiglia Giuliano e "comunque ricompresa in un quartiere dov'e' ragionevole ipotizzare un controllo del territorio pressoche' assoluto da parte dei clan della zona".

A proposito del blitz nell'appartamento del 31 gennaio scorso e della situazione riscontrata all'interno dell'abitazione il giudice afferma in particolare che "in tale quadro complessivo di confusione e mancanza di elementi di sicura attribuzione a ciascuno dei coindagati, sarebbe stato auspicabile che l'attivita' di perquisizione e di sequestro anche degli altri documenti e, ad esempio, dei telefoni, fosse avvenuta individualmente, con l'esatta indicazione della persona a carico della quale il materiale veniva via via sequestrato (almeno per quei beni e documenti rinvenuti indosso agli arrestati)".

Per il gip, sarebbe stato inoltre di fondamentale importanza l'acquisizione, nell'immediatezza, delle impronte digitali presenti sulle buste dove erano contenute tritolo e micce, sulle micce stesse, sui manici della borsa all'interno della quale erano rinvenuti i detonatori, sulla tanica contenente il solvente.

"Sarebbe stato comunque utile - prosegue il gip - e forse decisivo che tale attivita', pur se non effettuata nell'immediatezza, fossero state compiute nelle due settimane che hanno seguito l'arresto; sarebbe stato inoltre importante acquisire e riscontrare i tabulati delle utenze relative ai cellulari sequestrati, previa identificazione della loro appartenenza a ciascuno indagato".

"E d'altra parte evidente - osserva il gip in un successivo passaggio - che l'effettuazione di attivita' e di intercettazione telefonica e di pedinamento, previo differimento dell'arresto in flagranza, eventualmente dopo il sequestro del materiale esplodente, sarebbe stato parimenti utile ad un miglior esito delle indagini.

Non e' compito di questo ufficio - osserva il gip -, suggerire quale sarebbe stato il modo piu' corretto di svolgere le indagini in un caso cosi' delicato e complesso ne' si deve trascurare l'assoluta priorita' da attribuire alla tutela della sicurezza dei cittadini anche rispetto alle esigenze investigative, ma e' certo che in questa sede non puo' prescindersi da un esame critico del materiale indiziario.

Va dunque, almeno rilevato che i predetti atti d'indagine, e segnatamente il prelievo delle impronte digitali, se tempestivamente effettuati, avrebbero forse potuto condurre a risultati diversi e piu' appaganti o al contrario ad escludere positivamente ogni diretto coinvolgimento degli indagati, o infine, a individuare altri sospetti o indiziati".

(ANSA). LN-DIV/PIO

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