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Notizie del giorno (12 settembre)

(12 Settembre 2008)

- Nel 2005, dopo la malattia, Bossi aveva detto “dopo di me verrà Renzo”.
Ieri sera ha accompagnato il padre a Palazzo Chigi (sede del governo) dove ha partecipato al vertice che ha approvato la bozza di federalismo fiscale.
Bocciato due volte di seguito agli esami di maturità (naturalmente ad opera di insegnanti meridionali), sembra aver lo stesso spessore culturale del padre e quindi pronto a raccoglierne l’eredità.
Sembra proprio di rivedere la staffetta tra Piero Angela e il figlio Alberto, la monarchia al posto della Repubblica. Berlusconi naturalmente se lo vuole fare amico e forse pensa a Piersilvio in caso di “ictus”. Lividi di rabbia, ma naturalmente nessuno ha il coraggio di parlare, i colonnelli leghisti, e l’altro figlio Riccardo, il maggiore, gelosissimo chiosa: chissà se mio fratello ha capito i discorsi a quel tavolo. La monarchia è servita.

- Da incorniciare nella bacheca dei “pazzi al potere”: Matarrese quello della Lega (calcio), inamovibile nella CASTA dei dirigenti sportivi (un simil Carraro), propone genialmente di costruire celle negli stadi, per combattere la violenza dei tifosi in trasferta.
Oltre alla spiacevole sensazione di farci ricordare l’uso degli stadi come galere in Cile e nei vari colpi di stato, il geniale oriundo di Bari, non vuole proprio capire che i problemi si risolvono alla radice, e questa radice non costa soldi perché si tratta di decidere, per TUTTI, che le trasferte non esistono più, che i biglietti sono venduti, uno per persona, con carta d’identità alla mano, e se non risiedi nella città dell’evento sportivo, niente biglietto. Per la polizia controllare l’applicazione di questa regola sarebbe molto facile e finalmente gli stadi potrebbero tornare ad essere frequentati dalle famiglie senza alcun rischio.
Se i dirigenti sportivi non sono in grado di prendere queste ovvie decisioni, sono complici dei violenti, e vanno buttati fuori.

- Un giornalista italiano, naturalmente libero e indipendente, ha sottolineato il fatto che l’armamento deciso da Lula per le spese militari del Brasile è stato fatto a spese di programmi sociali.
Il Brasile, con 15,3 miliardi di dollari di spesa per gli armamenti, è quello tra i grandi paesi che spende di meno, contro i 33 miliardi dell’Italia. E i 547 degli USA.
Non vedo però mai un articolo che commenta le spese militari americane sostenendo che esse impediscono la spesa sociale per i 40 milioni di cittadini Usa senza assistenza sanitaria, lasciati a crepare senza aiuto.
Non sarà che se i giornalisti italiani scrivono la verità li licenziano?

Paolo De Gregorio

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