">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Bell'Italia amate sponde

Bell'Italia amate sponde

(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(La tolleranza zero)

Razzisti

(15 Settembre 2008)

E’ del tutto ininfluente se il padre cinquantenne e il figlio trentenne che hanno assassinato a Milano un giovane originario del Burkina Faso perché aveva rubato dei dolci dal loro esercizio abbiano preferenze politiche a destra o magari a sinistra, siano leghisti duri e puri o qualunquisti. Quel gesto criminale s’inserisce purtroppo nell’aria razzista che di stagione in stagione imbarbarisce il nostro vivere e coinvolge l’Italia intera, ogni suo cittadino e naturalmente anche chi afferma di rappresentarli e orientarli. Nonostante la discolpante negazione siamo negli ultimi anni diventati un paese che tollera il razzismo.

E deve fare i conti coi gesti estremi che sempre più spesso si ripetono dai Murazzi di Torino a Cernusco sul Naviglio episodi gravi, frequenti e assolutamente premeditati. Si bruciano campi e bambini nomadi, si spara, si spranga motivando tutto questo con la delinquenza degli immigrati, vera e presunta.

Ma fra chi passa all’atto e chi lo invoca, lo teorizza, lo esalta traendone spunto per una pianificazione politica (la Lega), chi è acquiescente e alleato (il Popolo della Libertà), chi volta la testa dall’altra parte, chi sarebbe contrario ma solo a parole, corre un filo d’unione spesso o sottile.

Come corre anche sul versante opposto fra chi s’indigna e basta, oppure denuncia ma è impotente (il Partito Democratico), chi farebbe di più ma oramai è un fantasma (la sinistra d’opposizione) e chi all’inverso potrebbe pensare di dare la caccia ai razzisti.

Il clima monta, ahinoi, giorno per giorno da anni, e anno dopo anno i ‘securitari’ acquisiscono potere e impongono maniere forti che servono però tutt’al più a malmenare i venditori abusivi come a Termoli, non a impedire loro di arrivare a frotte sull’onda della fame e della disperazione. Non c’è stata legge più inutile verso i flussi di migrazione clandestina che la Bossi-Fini e intanto è cresciuta ovunque l’intolleranza verso stranieri e poveri.

Solo diciott’anni fa, quando gli albanesi cercavano da noi quel ‘Lamerica’ descritta dal film di Amelio, s’accorreva a soccorrere i dirimpettai diseredati dell’Adriatico. E’ durato un nonnulla: il galoppo dell’egoismo ha fatto passi da gigante e intolleranza e indifferenza si sono impossessate di troppe menti.

Di contro la componente progressista sta rinunciando a occuparsi seriamente degli extracomunitari, per quanto costoro costituiscano un importantissimo tassello della manodopera produttiva, subendo come subisce la famigerata agenda politica d’una destra forcaiola e antisociale.

La sinistra è afona o parla sottovoce sia se si tratta di contestare atteggiamenti di xenofobia latente che l’italiano medio, ormai anche d’estrazione popolare, può manifestare; sia se occorre stabilire regole che tutelino quella cittadinanza di serie B o C rappresentata dai migranti.

Si teme una guerra fra poveri se ad esempio occorre sancire il diritto a casa, istruzione, sanità per gli extracomunitari che le nostre famiglie indigenti contesterebbero.

E’ una sinistra che viene meno ogni giorno a una chiara funzione educatrice che spetterebbe alla sua visione democratica e multirazziale della società, che non si batte contro le vergognose campagne dei Bossi e Calderoli, fomentatori di odio etnico in vesti addirittura istituzionali.

E’ una sinistra che per real politik ha accettato – e organizzato coi suoi governi – quelle mostruosità di degrado che sono i Cpt, una sinistra che non ha fatto granché per contrastare la crescente mentalità di chiusura al “diverso, straniero, mussulmano, negro”, uomini e donne che taluni colpiscono e uccidono perché troppi nostri connazionali hanno cominciato a disprezzarli.

Chi vuole proporre un’altra Italia deve iniziarla a costruire nei luoghi pubblici, nei quartieri che non possono diventare ghetti, nelle piazze d’ogni giorno (non solo in quelle delle manifestazioni), nei posti di lavoro dove il lavoro clandestino s’annida e dove servirebbe che le migliaia di sindacalisti di professione, troppo spesso burocratizzati, intervenissero.

E con loro i militanti dei partiti che vogliono costruire quest’altra Italia.

Così nelle sedi dove i politici di carriera della sinistra professano la loro passione, dal più minuto dei municipi a Palazzo Madama. E altrettanto vale per noi che scriviamo.

Perché se qualcuno ammazza gli Abdul d’Italia la colpa è dell’Italia intera.

14 settembre 2008

Enrico Campofreda

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «La tolleranza zero»

Ultime notizie dell'autore «Enrico Campofreda»

4627