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La Cgil non capisce perché i lavoratori Alitalia abbiano festeggiato.

Noi non capiamo perché Sansonetti omaggi la Cgil

(19 Settembre 2008)

A chi gli chiedeva un commento ai 'festeggiamenti' dei lavoratori a Fiumicino dopo la notizia del ritiro della cordata dei furbetti della CAI, il segretario della Filt-Cgil Franco Nasso ha commentato: "non c'è niente da festeggiare. E' una reazione che non capisco, la situazione è molto seria e i lavoratori sbagliano a festeggiare". Un modo esplicito per negare ancora una volta il protagonismo e l'autonomia dei lavoratori nei confronti delle burocrazie sindacali e per omettere il ruolo decisivo dei sindacati di base nella mobilitazione di una categoria illusa e poi abbandonata dai sindacati concertativi. Il fatto che un leader della CGIL non comprenda gli umori e le emozioni dei lavoratori dell’Alitalia che dovrebbe rappresentare, è l’ennesima dimostrazione dello spazio siderale che divide le burocrazie confederali dalla grande massa dei lavoratori.

Ciò che veramente non si capisce è perché il Governo Berlusconi additi la CGIL come responsabile del prevalere del no sindacale alla indecente ‘offerta’ da parte della CAI.

In una intervista all’Unità, Il segretario della Cgil Epifani ha infatti ammesso candidamente che lui stava per firmare l’accordo rifiutato dai lavoratori e a tale scopo aveva telefonato al manager della CAI Colaninno per rassicurarlo.

Non si capisce dunque perché il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, abbia oggi omaggiato una organizzazione che non ha firmato l'accordo con la 'banda bassotti' solo perchè la Cub e i lavoratori dell’Alitalia gli hanno tenuto il fiato sul collo per settimane impedendo al sindacato di Epifani di accodarsi a Cisl, Uil e Ugl in quella che si sarebbe configurata come l'ennesima tragica truffa.

La resistenza dei lavoratori dell’Alitalia è un segnale positivo. Ora occorre andare avanti, stringersi intorno alle migliaia di lavoratori che ieri a Fiumicino gridavano ‘meglio falliti che in mano a sti banditi’. L’unica parola d’ordine unificante per una battaglia che si annuncia lunga e difficile, non può che essere quella della “rinazionalizzazione” di una compagnia aerea che, nonostante tutto, continua a sollecitare gli appetiti di alcuni grandi gruppi finanziari e tutto discapito della funzione pubblica del sistema dei trasporti.

Radio Città Aperta
(editoriale di venerdì 19 settembre 2008)

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