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(21 Settembre 2008)
Nelle indagini condotte per far luce sul massacro di 15 contadini indigeni, avvenuto l'11 settembre scorso nel dipartimento di Pando, emerge la pista neofascita italiana. L'ex parà cinquantenne originario dell'Abruzzo, Marco Marino Diodato, sarebbe secondo Michel Irusta, ex parlamentare e giornalista boliviano, legato al prefetto di Pando, Leopoldo Fernandez, in questo momento agli arresti per aver violato lo stato d'assedio imposto nel dipartimento, e con lui e altri in combutta nel finanziare gli squadroni responsabili del massacro dell'11 settembre. Dello stesso avviso il giornalista Wilson Garcia Merida secondo cui, Diodato avrebbe operato recentemente nei dipartimenti «ribelli» della Mezzaluna (Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija) «organizzando gruppi di killer». Il neofascista, trasferitosi in Bolivia alla fine degli anni '70, in passato ha lavorato per il dittatore Hugo Banzer, di cui sposò la nipote, e Luis Garcia Meza. Accusato di gestire un clan di narcos è stato condannato a 10 anni e dal 2004, dopo un'evasione, è latitante.
Il Manifesto (19 Settembre 2008)
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