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Meglio falliti che in mano ai banditi

(24 Settembre 2008)

Noi operai abbiamo sempre considerato Veltroni un uomo di fiducia di una buona parte dei padroni Italiani. Noi operai abbiamo denunciato il blocco di potere borghese che veniva a costituirsi con Berlusconi – Veltroni.
Ma con la lettera scritta a Berlusconi sull'ALITALIA riesce a battere ogni nostra pessimistica aspettativa da parte della sinistra democratica borghese.

Berlusconi era completamente con il culo per terra, Epifani aveva dovuto abbozzare, Colaninno si era dovuto ritirare, CISL-UIL-UGL avevano dimostrato quello che erano, dei venduti da quattro soldi.
Chi aveva provocato tutto questo erano i lavoratori dell'ALITALIA e non solo i piloti. Ebbene Veltroni lancia un salvagente a Berlusconi.

Veltroni scrive a Berlusconi invitandolo a intervenire per costringere i lavoratori ad accettare il piano del padrone Colaninno.
Veltroni inizia la sua lettera attaccando le organizzazioni sindacali che non hanno ceduto alle minacce e ai ricatti di Berlusconi:" Non ho dubbi circa il fatto che siano state proprio ...... le Sue scelte ad alimentare sproporzionate aspettative da parte di alcune delle organizzazioni sindacali"
Secondo Veltroni i sindacati che non hanno accettato i ricatti e le minacce di Berlusconi sono stati istigati da Berlusconi.

Veltroni chiede a Berlusconi di intervenire direttamente per convincere Colaninno a ripensarci e i sindacati che hanno avuto il coraggio di non firmare di ripensarci e accettare le proposte di Colaninno.
Berlusconi stava annegando nella merda e Veltroni gli fornisce l'ossigeno.
Operai questo e' un fatto di inaudita' gravità.

E' la dimostrazione di come agisce il blocco di borghesi che comanda in Itala. I lavoratori non cedono ai ricatti, il ricattatore Berlusconi non sa piu' cosa fare, Veltroni ritira in ballo Berlusconi e Colaninno.
Ed ecco le proposte di Veltroni il salvatore di Berlusconi: " il Governo deve favorire con una sua iniziativa urgente il riposizionamento di tutti gli attori". "Ci sono tre strade possibili:

1. che la Cai faccia un passo in avanti verso le posizioni espresse dai sindacati, come le indubbie condizioni di vantaggio ad essa offerte dal decreto del governo consentono e richiedono. Qualche briciola come fumo negli occhi.

2. che ci si attivi per riprendere i fili di quei negoziati con soggetti esteri, che, da soli o con Cai, potrebbero acquisire, rispondendo al bando tardivamente pubblicato dal commissario, un ruolo rilevante nella salvezza e nello sviluppo di Alitalia. Qualche padrone in più per rafforzare il gruppo di banditi

3. che il commissario, in rappresentanza di Alitalia, e su preciso mandato del Governo, concluda immediatamente e positivamente una intesa con tutti i sindacati consentendo così poi a Cai e/o a compagnie aeree straniere di acquisire Alitalia, garantendone la sopravvivenza". Il tentativo di prendere per il collo i sindacati ribelli. Alla fine i lavoratori Alitalia dovranno glorificare Berlusconi e dire grazie a Colaninno.

Abbiamo una unica speranza, che i lavoratori non cedano neanche ai ricatti infami di Veltroni.

Associazione per la Liberazione degli Operai

Fonte

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Commenti (2)

ma....

sul fatto che - per fortuna - Veltroni sia uomo (potenzialmente) di Governo, nulla quaestio.
Ma come la mettiamo con il fatto che, ad oggi, tutte le sigle sindacali hanno firmato l'accordo CAI?
E che i sindacati, per così dire, recalcitranti, erano costituiti dalla sola CGIL per quanto riguarda i confederali, in una strana alleanza con i piloti, il cui potere contrattuale li relega tutt'altro che a semplici "lavoratori" (tanto è vero che amano definirsi associazione professionale)? E che quindi, in definitiva, i lavoratori dell'Alitalia non volevano affatto una nazionalizzazione - decisamente anacronistica e fuori luogo- bensì un mero ritocco al piano CAI?

(27 Settembre 2008)

Francesco Calabria

dott.f.calabria@email.it

una risposta al commento precedente

Nel commento precedente si confondono il piano politico e il piano sindacale.
Sotto ricatto dal governo (l'unica cordata possibile è quella CAI) e senza alternative politiche (la convergenza della posizione del Partito Democratico con quella del governo), ai lavoratori non è rimasto che cercare di "ridurre il danno" con il "ritocco" al piano CAI.
Rimane il fato che una alternativa generale non è stata sottoposta ai lavoratori.
E parlando di alternative generali quella della nazionalizzazione è tutt'altro è una idea anacronistica: buona parte delle compagnie di bandiera sono nazionalizzate e negli USA come in europa in questi giorni si susseguono le nazionalizzazioni delle banche... perché le banche sì e l'Alitalia no?

(29 Settembre 2008)

il pane e le rose

pane-rose@tiscali.it

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