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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Contratti: respinta dal Direttivo Nazionale Cgil la proposta di Confindustria

Documento conclusivo del CD Nazionale Cgil del 30 settembre

(2 Ottobre 2008)

Il Direttivo della Cgil riunito il 30 settembre esprime la sua soddisfazione per l’andamento delle 150 manifestazioni del 27 settembre.

L’ampia partecipazione di giovani, donne, precarie e precari della scuola e del pubblico impiego insieme a lavoratori e pensionati, hanno dato forza alla rivendicazione di risposte positive sui salari, dalla restituzione del fiscal drag, alle detrazioni fiscali per il lavoro dipendente e le pensioni, sulla base delle piattaforme unitarie confederale e del sindacato pensionati.

Le piazze colorate e festose sono state una prima risposta al progetto della “Ministra Gelmini” di destrutturazione della scuola pubblica, una grande attenzione all’occupazione, ma soprattutto al futuro della scuola pubblica e nazionale a partire dall’istruzione primaria.

Dalle piazze è giunto con chiarezza il messaggio di difesa dello stato sociale e della sua universalità senza il quale l’attacco si traduce anche in un’offensiva ulteriore alla libertà delle donne.

I pensionati e le pensionate hanno detto no ad interventi sbagliati sui temi della sanità e del sociale, e chiesto, a conferma del loro ruolo negoziale, l’attivazione del tavolo sulla rivalutazione delle pensioni.

I lavoratori e le lavoratrici migranti sono stati nelle piazze della Cgil, denunciando un crescente razzismo.

Le lavoratrici e i lavoratori del commercio e del terziario, hanno espresso la loro contrarietà al contratto separato e rivendicato il loro diritto alla contrattazione.

I lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego e della scuola si sono uniti ai tanti delle aziende colpite dalla cassa integrazione, dalla mobilità e dai licenziamenti. Il tema dell’occupazione, e della lotta al precariato, visibile in tutte le piazze, richiederebbe un governo – a maggior ragione nella crisi finanziaria che sta dilagando - che agisca sul versante dello sviluppo per contrastare la crisi dei consumi attraverso la risposta ai salari e con scelte di politica industriale, di investimenti infrastrutturali e di rilancio del Mezzogiorno, e non certo la deregolazione sul lavoro che sta attuando il governo, con il consenso di Confindustria, a partire dalla manomissione del protocollo sul Welfare, con le proposte del Libro Verde e con l’arretramento in ordine ai controlli sulle collaborazioni a progetto e con l’ultimo atto rappresentato dall’emendamento del governo che licenzia i precari di tutti i settori della Pubblica Amministrazione.

Il libro verde e le ipotesi di Confindustria sulla bilateralità costruiscono l’ipotesi di un welfare corporativo che si contrappone al welfare pubblico.

La giornata di mobilitazione del 27 settembre, è una prima tappa di una iniziativa di mobilitazione che deve proseguire, su tutti questi temi, a partire nell’immediato da un grande percorso di informazione e discussione con i lavoratori e i pensionati sviluppando una campagna di assemblee nei posti di lavoro e con le iniziative di lotta e di mobilitazione delle categorie nazionali e delle strutture territoriali.

Le nostre scelte a sostegno della piattaforma unitaria sul fisco e sulla contrattazione confermano il valore per la Cgil dell’unità sindacale, unitamente alla ricerca di tutti gli spazi di lavoro e di iniziative unitarie ovunque possibili, oltre a quelle già realizzate.

Il Direttivo esprime inoltre soddisfazione per la positiva azione della Cgil nella vertenza Alitalia. Pur di fronte ad un risultato difficile e doloroso per le lavoratrici e i lavoratori, la coerenza della nostra impostazione ha infatti dato risposte anche ai lavoratori precari che erano stati esclusi, all’invarianza del salario, all’attenzione ai riposi ed alle maggiorazioni del lavoro notturno, così come alla cancellazione dell’odiosa norma sulla carenza malattia.

Da subito la Cgil ha posto il tema della rappresentanza ed il rispetto della stessa.

Averlo posto ha permesso di sconfiggere i comportamenti di chi voleva escludere innanzitutto la Cgil, e di ricostruire un quadro di consenso necessario al rilancio della nuova Alitalia. Tocca ora alla categoria decidere le forme e i tempi della validazione dell’accordo da parte delle lavoratrici e dei lavoratori.

La determinazione dell’ingresso di una grande compagnia straniera, renderebbe poi più solido e credibile il progetto industriale, permettendo di immaginare un futuro per la nuova Alitalia.

Il tema dell’effettiva certificazione della rappresentanza e della democrazia rappresenta un punto centrale e non eludibile che continuiamo con forza a richiedere e su cui è necessario sviluppare l’iniziativa.

Iniziativa resa ancora più essenziale dall’attacco alla rappresentatività e alla funzione del sindacato.

Abbiamo giudicato il documento presentato da Confindustria incompatibile con la piattaforma Cgil Cisl Uil.

Di seguito, a titolo esemplificativo e non esaustivo, indichiamo alcuni punti.

Non vi è allargamento della contrattazione di secondo livello, in quanto “l’attuale prassi” sommata alla totale variabilità e indeterminatezza dei premi si configura come un restringimento della contrattazione ulteriormente evidenziato da procedure che limitano l’autonomia contrattuale delle categorie e mettono in discussione le prerogative delle RSU; le proposte sanzionatorie, derogatorie, l’arbitrato, la conciliazione e le modalità della bilateralità sono la negazione del rilancio della contrattazione.

L’indicatore non risponde all’inflazione realisticamente prevedibile e non è accompagnato da verifica e recupero dell’eventuale scostamento. Così si determinerebbe la riduzione programmata dei salari contrattuali.

Inoltre va sottolineato che l’impianto proposto da Confindustria, le iniziative del Consiglio dei Ministri con la manifesta volontà di cancellare i contratti di lavoro pubblici, l’accordo separato nel contratto del commercio e terziario, indicano il concreto rischio di un moltiplicarsi di modelli contrattuali, destrutturando il modello universale degli assetti contrattuali, generando l’effetto della rincorsa al dumping, tra le categorie, indebolendo ulteriormente le categorie più frammentate.

Va considerata esaurita questa fase del confronto, con la sola Confindustria, sugli assetti contrattuali.

Anche per queste ragioni, il CD Cgil ribadisce l’obiettivo fondamentale dell’allargamento del confronto a tutti gli interlocutori compreso il governo, ripartendo dalla piattaforma Cgil Cisl Uil che pone in premessa la scelta del modello unico degli assetti contrattuali e da mandato alla Segreteria di promuovere gli atti formali necessari.

Direttivo Nazionale Cgil

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