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(3 Agosto 2011) Enzo Apicella

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Lo sciopero generale del 17 ottobre. Gli alleati e i falsi amici

(7 Ottobre 2008)

Ci stiamo avvicinando all’appuntamento del 17 ottobre in una fase economica e sociale contraddistinta da una tremenda crisi sistemica, frutto di oltre 20 anni di neoliberismo selvaggio, gestito nel nostro paese indistintamente da governi di centro – sinistra – destra.

L’attuale governo Berlusconi si prepara ad affrontare le conseguenze sociali della crisi militarizzando il paese e il conflitto di classe, condotto con forza ed arroganza dal padronato.

A pochi mesi dalla catastrofe elettorale di aprile, nella quale la cosiddetta “sinistra radicale” ha pagato la sua totale subalternità al governo Prodi – uno tra i più liberisti e militaristi della storia repubblicana – con la perdita di oltre il settanta per cento del proprio elettorato, le uniche forze rimaste di una sinistra sociale non compromessa con quel disastro, hanno indicato nella mobilitazione sui posti di lavoro un antidoto all’impressionante mutamento dei rapporti di forza a favore delle classi padronali.

Una grande assemblea nazionale dei delegati della CUB, SdL e COBAS, svoltasi lo scorso 17 maggio a Milano, ha lanciato la parola d’ordine dello SCIOPERO GENERALE contro le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi.

Di fronte a questa importantissima indicazione di lotta qual è stata la risposta degli apparati dei partiti “radicali”? Quella di lanciare, una settimana prima dello sciopero, una manifestazione “di bandiera”, allo scopo di rappresentare la propria presenza politica in funzione elettoralistica, per le prossime scadenze amministrative ed europee.

Evidentemente la mazzata elettorale non ha insegnato niente ad un ceto politico giustamente espulso dal Parlamento.

In questi giorni assitiamo al tentativo di mantenere una posizione di equilibrio tra le manifestazioni della CGIL - manifestazioni funzionali allo scontro tra PD e PdL - e lo sciopero del sindacalismo di base. I cortei della CGIL del 27 settembre sono stati salutati e sostenuti da manifesti cubitali del PRC in tutte le grandi città. Mentre vendeva pane ad 1 euro nelle vie di Roma, il segretario del PRC Ferrero ( si veda su “Il Manifesto” di domenica 7 ottobre) si è espresso a favore di uno sciopero generale, dimenticandosi di parlare dell’unico sciopero generale effettivamente indetto nel paese, quello del 17 ottobre.

PRC, PdCI e satelliti vari strizzano l’occhio agli alleati di ieri e nel contempo, con il corteo dell’11 ottobre, indeboliscono lo sciopero del sindacalismo di base.

Nella nostra città, così come in altre nel paese, varie realtà di una sinistra evidentemente allo sbando coprono e legittimano queste disperate operazioni politiche, continuando così a delegare ad un ceto politico totalmente delegittimato la rappresentanza dell’opposizione sui territori.
Così, mente si preparano gli autobus per la manifestazione dell’11 ottobre, si promuovono iniziative di appoggio allo sciopero del 17.

Noi non parteciperemo alla manifestazione dell’11 ottobre né a iniziative che tentano di quadrare un cerchio rottosi oramai da tempo.

La strada per la ricostruzione di una opposizione politica indipendente, in grado di dialettizzarsi con il conflitto sociale in funzione anticapitalista e comunista, è evidentemente ancora lunga e tortuosa.

Importante, in una fase come quella attuale estremamente difficile ma piena di potenzialità, è mantenere saldo l’obiettivo strategico della ricomposizione di un blocco sociale antagonista.

Con questo spirito e obiettivo parteciperemo allo sciopero generale del 17 ottobre. PER INFO SUI PULMAN IN PARTENZA DA PISA: CELL. 3296947952

7 ottobre 2008

la Rete dei Comunisti di Pisa

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