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11 settembre «come ci si sente?»

uno scritto di Gabriel Garcia Marquez

(19 Febbraio 2003)

Come ci si sente? Come ci si sente nel vedere che l'orrore divampa nel cortile di casa tua e non nel soggiorno del vicino? Come ci si sente quando la paura schiaccia il cuore?

Come si vive il panico che provoca il rumore assordante, le urla senza controllo, gli edifici che precipitano, questo terribile odore che va a depositarsi nel fondo dei polmoni, gli occhi di innocenti che camminano coperti di sangue e di polvere?

Come si vive per un giorno; in casa tua, l'incertezza su quello che sta succedendo?
Come si esce dallo stato di shock?

In stato di shock camminavano il 6 agosto del 1945 i sopravissuti di Hiroshima.
Niente restava in piedi nella città dopo che l'artigliere nordamericano dell’Enola Gay lasciò cadere la bomba.
In pochi secondi erano morti 80.000 uomini, donne, bambini.
Altri 250.000 moriranno negli anni seguenti a causa delle radiazioni.
Ma questa era una guerra lontana e la televisione neanche esisteva.

Come si vive oggi l'orrore quando le immagini della televisione ti dicono che quello che è successo il fatidico 11 settembre non è accaduto in un paese lontano, ma nella tua patria? Un altro 11 settembre, ma di 28 anni fa, è morto un presidente di nome Salvador Allende opponendosi a un colpo di stato che i tuoi governanti avevano programmato.
Furono anche quelli tempi di orrore, ma questo accadeva lontano dalle tue frontiere, in una ignota repubblichetta sudamericana.
Le repubblichette si trovavano fuori dal tuo cortile e mai facesti grande preoccupazione quando i tuoi marines salivano dal mare per imporre a sangue e fuoco il loro punto di vista.

Sapevi che tra il 1824 e il 1994 il tuo paese a messo a segno 73 invasioni nei paesi dell'America Latina?
Le vittime furono Porto Rico, Messico, Nicaragua, Panama, Haiti, Colombia, Cuba, Honduras, Repubblica Dominicana, Isole Vergini, El Salvador, Guatemala e Granada.
E' quasi un secolo che i tuoi governanti sono in guerra.
Dall'inizio del secolo 20° quasi non c'è guerra nel mondo alla quale non abbia preso parte la gente del tuo Pentagono.

Chiaro: le bombe esplosero sempre fuori del tuo territorio, ad eccezione di Pearl Harbor, quando l'aviazione giapponese bombardò la Settima Flotta, nel 1941.
Ma l'orrore era sempre lontano.

Quando le Torri Gemelle caddero in un mare di polvere, quando vedeste le immagini alla televisione o ascoltasti le grida perchè quella mattina eri a Manhattan, hai pensato per un secondo cosa hanno sentito i contadini vietnamiti per tanti anni?
A Manhattan la gente cadeva dalle altezze dei grattacieli come tragiche marionette.

In Vietnam la gente dava in grida perchè il napalm continuava per lungo tempo a bruciare le carni e la morte era spaventosa, tanto come la morte di chi cadeva nel vuoto in un salto disperato.
La tua aviazione non ha lasciato in piedi una sola fabbrica o un ponte senza distruggerli in Jugoslavia.
In Irak i morti sono stati 500.000.
L’operazione "Tempesta del Deserto" si è portata via mezzo milione di anime.

Quanta gente è morta bruciata, mutilata, crivellata, schiacciata, dissanguata in luoghi lontani ed esotici come il Vietnam, l'Irak, l'Iran, l'Afganistan, la Libia, l'Angola, la Somalia, il Congo? Il Nicaragua, la Cambogia, la Jugoslavia, il Sudan e la lista si fa interminabile.
In tutti questi posti i proiettili erano stati fabbricati nelle industrie del tuo paese ed erano messi sul mercato dai tuoi ragazzi, da gente pagata dal tuo Dipartimento di Stato, e solo perché tu potessi continuare a godere dello stile di vita americano.

E’ da quasi un secolo che il tuo paese è in guerra con tutto il mondo.
Curiosamente, i tuoi governanti lanciano i cavalieri dell’apocalisse in nome della libertà e della democrazia.
Devi però sapere che per molti popoli del mondo (in questo pianeta dove ogni giorno muoiono 24.000 persone di fame o di malattie curabili) gli Stati Uniti non rappresentano la libertà, ma un nemico lontano e terribile che semina solo guerra, fame, paura e distruzione.

Sempre ci sono stati conflitti bellici lontani per te, però per quelli che vi vivono è una dolorosa realtà vicina la guerra dove gli edifici si piegano sotto le bombe e dove la gente va incontro a una morte terribile.
E le vittime, nella misura del 90%, sono stati civili (donne, anziani, bambini).

Cosa si prova quando le vittime a Nuova York sono segretarie, operatori di borsa o impiegati di lusso che pagavano puntualmente le loro tasse e mai uccisero una mosca? Come si vive la paura? Come ti senti, yankee, nel sapere che la grande guerra l’11 settembre è entrata finalmente a casa tua? (Gabriel Garcia Marquez).

Gabriel Garcia Marquez

Fonte

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