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(24 Novembre 2010) Enzo Apicella
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Chiediamo le dimissioni del Ministro del Welfare

Di fronte alla proposta di rendere materialmente inesigibile ed inagibile il diritto di sciopero per tutti i lavoratori dipendenti, declina la democrazia reale nel nostro Paese

(18 Ottobre 2008)

La proposta del Ministro della Solidarietà sociale del Governo Berlusconi di rendere di fatto inagibile ed inesigibile il diritto di sciopero è –nel merito- eversiva di un preciso diritto costituzionale, poiché mira -nei fatti- a cancellarlo.

Come è stato osservato, già adesso la normativa che regolamenta –limitandolo- il diritto di sciopero non ha eguali in Europa.

La cancellazione per legge del diritto alla manifestazione del pensiero ed al dissenso nei luoghi di lavoro è l’anticamera di uno stato autoritario di tendenza fascista, poiché viola un preciso disposto dell’art. 3 della nostra Costituzione, “impedendo l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica, sociale del Paese”.

Siamo evidentemente fuori del merito tecnico (ammesso che esista) delle regole costituzionali di garanzia di un conflitto tra capitale e lavoratori democratico –perché agito attraverso uno strumento democratico quale il diritto di sciopero-, per negare la stessa possibilità materiale che tale conflitto democratico possa avere luogo.

Di fronte a tutto ciò, occorre regire immediatamente chiedendo non un tavolo di trattativa ma le dimissioni del ministro proponente e la revoca della normativa antisciopero vigente.

Confederazione Cobas, Cub, SdL Intercategoriale, Slaicobas, Rete 28 Aprile ma anche i soggetti partitici e sindacali sinceramente democratici chiedano congiuntamente le dimissioni del Ministro. Occorre farlo subito perché è evidente la scelta del Governo in carica di svolgere un blitzkrieg (guerra lampo) contro i diritti democratici dei lavoratori dipendenti.

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