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Allarghiamo l'Atlantico

(20 Ottobre 2008)

Il Corriere della Sera, o meglio Corriere dell’America, ci rassicura: “l’America resterà comunque a lungo la più forte potenza militare”.
Il militante del partito atlantico, distaccato al Corriere, Angelo Panebianco, preoccupato per la crisi finanziaria provocata dai truffatori yankee, lungi dal ricordare le responsabilità di questa Nazione, cerca di confondere le carte e sostiene che un mondo multipolare, non più sotto l’egemonia Usa, diventerà più pericoloso (con più rischi di guerra) e più ostile alla libertà.
Sarebbe ora di mettere un punto fermo, e dire chiaro e tondo che la libertà e la democrazia non si impongono a nessuno, e che la supremazia militare è ricercata solo da chi pensa di usare la forza per imporsi agli altri, ossia è la quintessenza del fascismo.
Le “libertà” che ci ha offerto l’imperialismo americano le abbiamo viste: il controllo su tutti gli organismi internazionali, dal FMI, alla Banca Mondiale, al WTO, all’ONU, la presenza di 900 basi militari in tutto il mondo, il dominio sulla Nato, l’espansione di basi militari nei paesi ex-sovietici, l’aggressione ormai quasi ventennale all’Iraq (prima guerra del golfo: 1990), l’aggressione all’Afghanistan, le spropositate forniture di armi ad Israele, la pretesa che il petrolio venga pagato in dollari, la vergogna di Guantanamo, il riconoscimento del Kosovo in chiave anti-russa e anti-europea, e via cantando.
L’America, per pagare le sue folli spese militari e per vivere al di sopra delle sue possibilità è diventata il paese più indebitato del mondo (51.000 miliardi di dollari di debito, contro 14.000 di PIL, peggio che nella Grande Depressione del 1929) e ricorre disperatamente alle truffe per raddrizzare i suoi bilanci, cercando di coinvolgere l’Europa nel suo destino di crisi. Crisi che speriamo con tutto il cuore sia durissima anche per gli europei, che non hanno avuto la dignità e l’intelligenza di camminare per la propria strada facendo dell’Europa (aperta alla integrazione con la Russia) il più grande polo economico e monetario, autonomo e libero dalle ingerenze americane, fondato non sulla potenza militare, ma sul libero mercato.
E qui viene sempre fuori quella palla pazzesca, servita ad uso e consumo dei rimberlusconiti, che l’Europa sarebbe un gigante economico, ma un nano militare, e quindi le converrebbe comunque restare alleata degli Usa. Questa è una tesi che va per la maggiore, che non tiene conto della storia, perché nessuna nazione al mondo è in grado di aggredire l’Europa, dopo che il più grande esercito del mondo è stato cacciato dal Vietnam da un piccolo popolo di contadini poveri e male armati. Vedere un mondo multipolare in grandi conflitti armati è una suggestione che spacciano quelli che vogliono far restare le cose così come sono.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, la crisi impose per prima cosa di ridurre pesantemente le spese per gli armamenti. Spero proprio che questa crisi dell’America raggiunga questo stadio e che la rinuncia all’egemonia militare sia obbligata e definitiva.

Paolo De Gregorio

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