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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Truppe francesi, fuori dall’Afghanistan!

(30 Agosto 2008)

La morte di 10 soldati francesi rimette in primo piano la guerra in Afghanistan, una guerra molto spesso passata sotto silenzio dal 2001. La giovinezza dei soldati caduti ha suscitato emozione e rivolta. Non sono mai gli alti gradi ad essere esposti al pericolo, i generali muoiono nel loro letto, come è noto. E la denominazione “esercito di mestiere”, sotto l’apparenza del professionismo, non può mascherare questa realtà umana: mandare giovani di 20 anni a morire per una sporca guerra, anche quando hanno “scelto” d’arruolarsi nell’esercito, rimane una mascalzonata. Non dimentichiamo che un certo numero di giovani, che non vedono sbocchi in questa società e temono la disoccupazione, si rifugiano nell’esercito, e pensano che ci siano pochi rischi di trovarsi nella situazione di uccidere o essere uccisi.

Lo show di Sarkozy, di fronte al dolore delle famiglie in lutto, non poteva essere più indecente. Ha preso al volo una nuova occasione per mettersi sotto la luce dei riflettori, molto lontano dalle pallottole reali. E di dichiarare, a proposito della sua decisione dell’aprile scorso di aumentare il numero dei soldati francesi presenti in Afghanistan: “se fosse necessario riprenderla, la riprenderei”. Con 700 uomini supplementari, ciò porta il contingente francese a circa 3000 uomini presenti sul posto.

L’unica critica dell’opposizione riguarda il carattere unilaterale di questa scelta: ha agito senza consultare il parlamento. Ma , se ci fosse stato il voto tra i parlamentari, non sarebbe certamente stato a favore del ritiro delle truppe francesi dall’Afghanistan. Del resto, questo voto è annunciato per i prossimi giorni. Gli alti papaveri socialisti si sono fatti premura di annunciare che non erano per il ritiro, ricordando, per dimostrare che avevano le carte in regola, che il governo Jospin, all’epoca della coabitazione sotto il presidente Chirac, aveva esso pure approvato l’intervento francese in Afghanistan, a fianco delle truppe americane. Questa stessa sinistra ha anche ripetuto che, di fronte all’emozione, non era l’ora della polemica. Una scappatoia molto facile per evitare ogni discussione sulla partecipazione francese. Alla stessa maniera, si sono poste solo questioni tecniche, sulla buona preparazione dei soldati, sul vero sviluppo dell’imboscata, allo scopo di eludere meglio la questione di fondo: perché questa guerra?

La popolazione pone il problema, poiché, secondo un sondaggio CSA Le Parisien, il 55% dei francesi pensa che bisogna ritirare le truppe francesi dall’Afghanistan. Questo intervento avrebbe per scopo, se si vuol credere alle frasi roboanti di Sarkozy, la difesa della libertà del mondo e la lotta contro il terrorismo. Un linguaggio ricalcato su quello di Bush, e sul modello di un mondo i cui i paesi potenti intendono imporre sacrifici onerosi ai popoli più poveri. Questi terroristi, i talebani, erano in odore di santità – se così si può dire –all’epoca in cui gli Stati Uniti si servivano di questa alleanza contro l’URSS, l’armavano e la finanziavano. Contrariamente a quelli che affermano, a destra o nel partito socialista, che ritirarsi dall’Afghanistan porterebbe alla capitolazione di fronte all’islamismo, è oggi evidente che il bombardamento delle forze Nato, facendo numerosi morti tra le popolazioni afgane, non fa che rinforzare il loro sostegno a questi stessi talebani. Venerdì passato, 76 civili, in maggioranza donne e bambini, sono stati uccisi da un bombardamento delle forze della coalizione. Un abuso che si aggiunge agli altri e porta certamente a migliaia di vittime civili di queste azioni militari.

In realtà, è proprio l’intervento militare occidentale ad aprire la via al ritorno al potere dei talebani. Quanto al governo Karzai, presentato come il primo passo verso la democrazia, impopolare e screditato per la corruzione, sotto il cui regime si è sviluppata la cultura del papavero, e che prende la sua parte di denaro della droga, non è neppure laico. La costituzione appena adottata lo definisce stato islamico, fondato sulla legge coranica.

Di questa gigantesca presa in giro, i giovani soldati francesi sono stati vittime. Ma è soprattutto la popolazione dell’Afghanistan che paga il prezzo più grande.

Basta con questa sporca guerra!

Editoriale del bollettino di fabbrica "L’Etincelle"
pubblicato dalla frazione di minoranza di Lutte Ouvrière - 25 agosto 2008
http://www.convergencesrevolutionnaires.org

Fonte

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