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Oscar Romero

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Persecuzioni in Bolivia

(10 Luglio 2008)

Inoltro a tutti gli interessati e, in particolare, alle associazioni che si occupano di Latinoamerica, questo autentico "grido di dolore" di una eminente personalità della cultura boliviana e internazionale che denuncia i pogrom degli scagnozzi dell'oligarchia filoimperialista contro i contadini, i sostenitori del processo di cambio boliviano e gli intellettuali che non si allineano ai rigurgiti fascisti dei latifondisti e industriali secessionisti. Chiunque abbia modo di diffondere queste informazioni e renderle pubbliche contribuirà a ostacolare la reasturazione reazionaria e il sabotaggio dell'emancipazione di un paese che esce da secoli di emarginazione e oppressione coloniale e oligarchica.

Fulvio Grimaldi

Caro sig. Fulvio Grimaldi:

Mi chiamo César Brie. Le scrivo per indicazione di Giancarlo Gentilucci.
Sono regista teatrale, autore di opere teatrali, attore, un po' musico, ecc.
Vivo in Bolivia da 17 anni e dirggo il Teatro de los Andes.

Se clicca il mio nome in INTERNET troverà insieme al formaggio Brie alcune notizie al mio riguardo che ovviamente non ho messo io. (Non è la clacque)
Ma se cerca in Youtube e clicca youtube.com/sucretino oppure Sucre Capital del racismo, appariranno 4 piccoli video di pessima qualità che ho messo nella rete quando i fatti che adesso descrivo sono successi.

Il 24 maggio 2008, degli indigeni che arrivavano a Sucre per ricevere il Presidente della Repubblica sono stati aggredditi, umiliati, vessati, picchiati, costretti a bruciare le loro bandiere, a baciare la bandiera della Capitalia (di quelli che vogliono Sucre Capitale e sede di governo della Bolivia) e gridare slogans contrari alle loro idee. Sono stati costretti a inginocchiarsi, denudati dalla cintola in su e chiedere perdono a Sucre. Questo l' ho visto e filmato nella piazza principale. L' indignazione mi ha portato a intervistare dopo i campesinos e raccogliere le loro testimonianze.

I dirigenti di questo oprobio razzista e fascista, sono stati le autorità civiche di Sucre da tempo in rotta contro il governo di Evo Morales. La sindachessa di Sucre, membri del Comitè Interinstitucional (una sorta di associazione di organizzazioni civiche che di fatto governa la cittá anche se non è stata scelta e nominata da nessuno. Sono i vecchi politici sconfitti nelle urne che si sono riciclati in questo modo)

Il giorno dopo queste persone hanno prima chiesto scusa, poi hanno accusato il governo di averlo fatto con degli infiltrati e finalmente hanno deviato la colpa ad un sacerdote cattolico, il padre Rafael García Mora, che dirige una radio che ha molto ascolto nelle zone rurali e che si esprime spesso in quechua (la lingua degli indigeni in questa regione) L' unica radio a mio avviso che ancora è obiettiva e da la parola agli esclusi.Senza toglierla agli altri.
Insomma, questo mi ha indignato ancora di più, così a tempo record ho fatto con due persone (uno è il mio nipote e l' altro un regista cinematografico) un documentario sui fatti del 24 di maggio, che questi politici avevano finamente presentato come scontri provocati dal governo.

Questo documentario ha sollevato un putiferio immenso a Sucre, città che nelle elezioni di una settimana fa ha visto vincere a costoro con il 72 % dei voti. (le zone rurali hanno visto la vittoria del partito di Morales con il 75 % dei voti)
hanno detto che offendevo Sucre, mi hanno minacciato, diffamato, annunciato querelle che non hanno presentato perchè il video è oggettivo e loro dicono lì delle cose che in qualsiasi altro paes li avrebbe portati in prigione per sedizione.

I membri dell' Alto commissariato per i diritti umani dell ONU mi hanno consigliato di avere qualche credenziale internazionale che potesse proteggermi legalmente anche come gornalista. per quello Giancarlo mi ha detto di scrivergli. Cerco qualche credenziale che mi permetta di investigare e mostrare il documentario con un minimo di garanzie. A cambio posso spedire articoli che possano servire a capire la situazione boliviana.

Giancarlo tornerà dalla Bolivia col mio documentario. Mi trovo in una situazione ancora più difficile perchè la mianazionalitá è argentina e quindi ho scatenato, malgrado viva da 18 anni qui, una specie di furore xenfobo.
Se lei vede il materiale in You tube si accorgerà di qualcosa. Il documentario è molto più ellaborato e curato e cerca di analizzare perché si è arrivati a questa violenza razzista.

La abbraccio e rimango a sua disposizione per dei chiarimenti

César Brie
briecesar@gmail.com

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