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Da Caserta a Islamabad: sempre loro

(26 Settembre 2008)

Se non vuoi piedi sul collo
non t’inchinare
(anonimo)

Avendo mandato mercenari, pardon professionisti (qualcuno, come Sionetti, li chiama “nostri ragazzi”, dimenticandosi che “l’esercito del popolo” non c’è più, grazie a D’Alema), per anni a uccidere all’estero civili e patrioti e a devastarne i paesi, non c’era bisogno di una fattucchiera di Teleambiente per pronosticare che presto o tardi quei soldati di ventura sarebbero stati mandati tra i piedi e sul groppone anche a noi. La nostre vicende della prima metà del secolo scorso, l’era Reagan-Bush, la UE natoizzata, l’italiota trio
guitto mannaro-guitto coniglio-guitto baffino insegnano che spedizioni coloniali e stato liberticida all’interno procedono appaiati come binari. E così a spezzare le reni alla gente
vanno fucilatori e Tornado (€13 milioni per tre mesi) in Afghanistan, Carabinieri in Iraq (ad addestrare soldati fantocci a sprangarsi i coglioni distruggendo il proprio popolo), come “i nostri ragazzi” in Italia. Dopo quelli che devono sparare a chi si difende da una necrodiscarica o da un necroinceneritore, sono arrivati i 3mila per strade un tempo guardate da platani, i 400 con fanfara di Castel Volturno, i 500 contro “l’emergenza criminalità”. L’accoppiamento Maroni-La Russa (quest’ultimo Ministro dell’Offesa) gli produce orgasmi manco fossero macachi mentre, sghignazzando, fanno il gioco di chi s’inventa più “emergenze criminali” là dove tocca rastrellare o terrorizzare un po’ di diversi etnici, religiosi o politici.

Non si poteva non farlo. Con l’eccidio di africani a Castel Volturno, proprio come con l’11 settembre e seguenti, viene attivata quella parte dell’organismo leviatano che, provocando, facendo grandi casini, costruisce la ragione motivante e giustificante per un’ulteriore strettina leviatan-mafiosa sul territorio, sui suoi traffici e su chi li intralcia. Provocazione-repressione. Come Ciccio e Franco. Veronesi e il cancro. Nel casertano la sezione A del piano, con la sua strage camorrista, ha convinto tutti che esiste un’emergenza criminalità (che dovrebbe essere perseguita con investigatori e non con le majorettes in mimetica), una “guerra civile” dicono in Val Brembana. Nella sezione B, un po’ per volta, in un intreccio di orgasmi con accompagnamento di “Faccetta Nera”, Maroni-La Russa schiaffano quell’abilitante definizione addosso a migranti, bulli scolastici, tifoserie, magistrati, i tre o quattro giornalisti residui, centri sociali, chi lecca il gelato dal fondo del cono, le coppie di fatto, i laici, i comunisti. Le legioni impiegate contro le plebi sono pronte da tempo, soprattutto culturalmente. S’è capito fin da Napoli e da Genova del G8. Se ne ha conferma quotidiana: nella caserma di Bussolengo vengono massacrati di botte e torturati un po’ di cittadini italiani con ascendenza rom, si crepa in carcere, come sulla strada per una partita, come soffocati da robocop sul marciapiede, sempre per improvviso malore, per un colpo partito accidentalmente (e che poi magari incontra calcinacci e devia in mezzo a una fronte). E quei lividi, qui denti mancanti, quelle ossa rotte? Che c’entra: “io so’ io e voi nun siete ‘n cazzo!”

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Fulvio Grimaldi

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