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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Due parole sulla legalita’

(24 Ottobre 2008)

Se legalità significa rispetto delle leggi , dovrebbe significare anche rispetto della legge fondamentale della Repubblica che è la Costituzione.

Invece, notiamo, che coloro che dovrebbero essere i maggiori tutori della Costituzione tendono a stracciarla e di fatto creare i presupposti per instaurare un regime autoritario.

Intanto va ricordato la violazione costante dell’art.3 che testualmente cita “Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali” quando invece “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Non basta. Sono violate praticamente tutti i principi fondamentali nonchè quelli in materia di informazione , di sciopero e della funzione sociale della proprietà privata.
La tecnica è sempre la solita: con legge ordinaria di fatto si svuota o addirittura si stravolgono i precetti costituzionali.
Anche le leggi elettorali che prevedono lo sbarramento sono anticostituzionali.

Di fronte all’accentuarsi del il processo autoritario che non è da oggi ma che investe più governi di diversi colori la risposta di chi si oppone è debole tanto da permettere a Berlusconi di minacciare l’intervento della polizia nelle scuole e nelle università e minacciare i giornali che esprimono opinioni critiche sull’azione del suo governo ( dichiarazione quest’ultima andata in onda in un TG pomeridiano e poi censurata in tutti gli altri).

E’ del tutto evidente che una opposizione in un parlamento che ha escluso la sinistra (anche per sua diretta responsabilità) non è per niente sufficiente ed efficace.

Occorre una forte mobilitazione non solo nelle scuole ma anche nelle fabbriche, nella società civile che oggi si vede sottratte risorse, servizi e ed il diritto di protestare.
Il ricorso alla piazza è dunque indispensabile.

Non si può attendere che tutto venga distrutto, che si produca una disoccupazione di massa che si accentua la guerra fra poveri di cui una espressione è il razzismo fomentato dalla Lega.
Occorre impedirlo ora e non dopo.

Occorre che il Sindacato che più conta che è il confederale si svegli, non tentenni o peggio si faccia complice di queste politiche.

Di fronte alla recente provocazione di Berlusconi occorre che il sindacato appoggi la rivendicazione degli studenti, dei professori, dei ricercatori non “a parte” ma “ insieme a loro”.
Occorre anche dire chiaramente che alla violenza promessa (ma è già realtà) da Berlusconi (magari in nome di quella legalità che per primo viola) la risposta potrebbe essere - e legittimamente- altrettanto violenta

Movimento per la Costituente Comunista - Padova

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