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(7 Dicembre 2012) Enzo Apicella

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Alitalia torni ad essere di proprietà dello stato

La C.A.I. non è l’unica alternativa. Basta con le minacce e le bugie ai lavoratori

(25 Settembre 2008)

Privatizzare Alitalia nelle condizioni in cui versa significa solo svenderla con impatti enormi e con costi sociali inimmaginabili: oltre 10.000 licenziamenti in Alitalia e la disoccupazione per altre decine di migliaia di lavoratori dell’indotto (oltre 20.000 su Roma!).

È FALSO CHE LA NAZIONALIZZAZIONE NON SI PUÒ FARE: ALTRI LO FANNO E LO HANNO FATTO.

Addirittura Sarkozy il 16-9-08 avrebbe suggerito a Berlusconi di fare la nazionalizzazione di Alitalia per rilanciare la Compagnia di Bandiera italiana come fece il Governo francese con Air France nel 1994.

E’ del 20-9-08 la notizia che il governo americano, dopo aver nazionalizzato banche e finanziarie, interviene e investe 1000 miliardi di dollari per nazionalizzare gran parte del mercato finanziario USA (banche, fondi, assicurazioni, ecc.).

Si consideri, inoltre, l’approssimarsi di interventi pubblici per le compagnie aeree più importanti al mondo (americane ed europee), asfissiate dal caro petrolio: una decisione che al momento è solo rinviata al prossimo rincaro dei carburanti ma che solo un mese fa era diventata concreta ed urgente, con il greggio ad oltre 120 dollari al barile.

LA NAZIONALIZZAZIONE E’ UNA SOLUZIONE PRATICABILE chi asserisce il contrario (governo e professionisti al soldo della politica), mente sapendo di mentire!

Irresponsabili e vergognose sono le dichiarazioni di alcuni rappresentanti del governo che si dicono indisponibili a discutere di un intervento pubblico a difesa dell’occupazione, del comparto aereo e dell’intero sistema industriale italiano.

Dicono che C.A.I. è “l’unica soluzione” perché VOGLIONO SVENDERE Alitalia alla “cordata” di imprenditori amici: e’ possibile fare altro!
È solo una questione di scelta !!!

PER LO STATO SAREBBE UN INTERVENTO SOSTENIBILE

Anche dal punto di vista economico l’intervento dello Stato non è improponibile vista la risibile offerta di C.A.I. per l’acquisto di Alitalia:
comprare la Compagnia con soli 300 milioni di euro (… ricevendone, come sembra, poi circa 200 di sgravi fiscali!), scaricando debiti e costi sociali dell’operazione sullo Stato,
è un vero e proprio raggiro che produce oltre 10.000 esuberi, ridimensionamento di Fiumicino e ripercussioni sull’intero comparto.
ALITALIA PUÒ E DEVE ESSERE RILANCIATA ponendo fine al magna-magna che ci strangola da decenni.

E’ necessario assicurare alla compagnia un management serio e qualificato, svincolato dalle lottizzazioni politico-sindacali che hanno prodotto clientele e malagestione con conseguente devastazione di un patrimonio collettivo che ora non deve essere liquidato.

I SOLDI CI SONO

Non sarebbe da escludere neppure la possibilità di attingere dal patrimonio finanziario accantonato ed inutilizzato della Banca Italia:

circa 60 Miliardi di euro (…che generano 4-5 mld di interesse l’anno!) che possono essere in parte smobilitati e investiti per rilanciare anche Alitalia ed il Comparto Aereo italiano

LA NAZIONALIZZAZIONE DI ALITALIA È L’UNICA SOLUZIONE
L’ALTERNATIVA A C.A.I. DEVE ESSERE TROVATA
L’ACCORDO QUADRO DEVE ESSERE STRACCIATO

“L’Accordo Quadro” C.A.I., condiviso con Cgil, Cisl, Uil, Ugl e che il Governo vuole imporre anche alle altre sigle, prevede il pesante ridimensionamento di moltissime tratte in partenza/arrivo dall’aeroporto di Fiumicino.

Questo causa, come dice “l’Accordo Quadro”, migliaia di licenziamenti (fissi e precari di TUTTO il Gruppo AZ) oltre all’uscita dalla Compagnia di altri 2000 lavoratori del Cargo e delle manutenzioni (Dmo, Ams, Atitech) verso aziende senza futuro.

PESANTI I TAGLI SALARIALI ANCHE PER IL PERSONALE DI TERRA

Mentre ci “raccontano” che a terra sarebbero stati tutelati i salari, la verità è che oltre il 30% della retribuzione confluirebbe in una voce (detta ad personam) che sarà “riassorbibile” e non percepita dai nuovi assunti: ciò comporterà un vero e proprio blocco salariale per anni e anni.

“Riassorbibile” significa che qualsiasi futuro aumento contrattuale che percepiremo (anche per avanzamento di categoria e/o altro) non comporterà un incremento del salario in quanto sarà decurtato dall’ad personam suddetto.

Per non parlare, inoltre, del taglio dei trascinamenti e dei riflessi delle voci che compongono l’attuale busta paga

Inaccettabile e arrogante, inoltre, la pretesa di C.A.I. di scegliere il personale da imbarcare nella nuova compagnia senza applicare alcun criterio oggettivo, equo e trasparente.

NO ai licenziamenti, NO ai tagli salariali A NAZIONALIZZAZIONE È L’UNICA SOLUZIONE


Fiumicino, 20 settembre 2008

CUB Trasporti

Fonte

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