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(31 Luglio 2011) Enzo Apicella

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Difendiamo il diritto di sciopero

(25 Ottobre 2008)

Il Governo, attraverso un decreto su cui sta lavorando il ministro del welfare Sacconi, si appresta a distruggere le possibilità residue di esercitare il diritto di sciopero nel pubblico impiego.

Come se non bastassero le limitazioni della legge 146/90 - approvata con la complicità di CGIL CISL e UIL – che limitano fortemente l’esercizio del diritto di sciopero, a tutto vantaggio delle nostre controparti, le misure del progetto Sacconi equivarrebbero ad una sostanziale “messa fuori legge” di quello che rimane strumento fondamentale di lotta dei lavoratori.
Le notizie apparse sulla stampa parlano di introdurre l’obbligo di referendum preventivo e di adesione individuale del singolo dipendente allo sciopero, allo scopo evidente di “schedare” i lavoratori e sottoporli ad ogni possibile pressione e, ancora una volta, puntellare con la forza della legge il traballante monopolio sindacale concertativo. Ma non basta. Si allungherebbero a dismisura i tempi minimi fra un’iniziativa di lotta e la successiva, mentre la revoca di uno sciopero, se non fatta con largo anticipo, non impedirebbe la trattenuta in busta-paga (!). Inoltre, si prevede l’introduzione dello “sciopero virtuale”, un meccanismo per cui il lavoratore che “sciopera” si dovrebbe mettere un fazzoletto al braccio e continuare a lavorare. L’amministrazione farebbe ugualmente la trattenuta sullo stipendio (!!) ma, bontà sua, aggiungerebbe un contributo e tutto confluirebbe in un fondo “solidaristico”.

CHE BELLA TROVATA! In tal modo, i lavoratori avrebbero il danno e la beffa, mentre le amministrazioni pubbliche otterrebbero anche il vantaggio di diminuire ulteriormente le risorse economiche stanziate per il personale, grazie al “fondo solidaristico” auto-finanziato dai lavoratori. Il progetto Sacconi prevede poi che il compito di comminare le sanzioni spetti al Prefetto, compiendo così un passo avanti verso la militarizzazione del conflitto sociale.
E’ evidente che si tratta di un attacco inaudito ad un diritto fondamentale dei lavoratori, tanto più importante oggi che la crisi economica e finanziaria non tarderà a far sentire i suoi effetti sulle nostre condizioni di vita, già messe a dura prova da salari sempre più insufficienti, smantellamento dei servizi pubblici (la vera causa dei disagi dei cittadini, altro che gli scioperi dei lavoratori!), tagli alla spesa sociale, tentativi di triennalizzare contratto, ecc.

QUESTO ATTACCO DEV’ESSERE RESPINTO!
Il grande successo dello sciopero di CUB, Cobas e SdL del 17 ottobre (oltre 2 milioni di scioperanti e un’enorme manifestazione a Roma) dimostra che fra i lavoratori esiste la consapevolezza della posta in gioco, la volontà di contrastare l’attacco del Governo e della Confindustria, la disponibilità a mobilitarsi su obiettivi di lotta veri e unificanti: reintroduzione della scala mobile, salari europei, difesa e potenziamento dei servizi pubblici, difesa delle condizioni di lavoro e della dignità dei lavoratori, contro la campagna di denigrazione orchestrata dal Governo.

Genova 24.10.2008

RdB-CUB del Comune di Genova

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