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Un modello per il prossimo futuro

Gestione della vicenda Alitalia e (contro)"riforma" della scuola: un modello per il prossimo futuro.

(28 Ottobre 2008)

La gestione della vicenda Alitalia è emblematica del superamento del modello concertativo a vantaggio di quello "assertivo". Così, anche nella scuola, con la razionalizzazione della funzione formativa in funzione delle esigenze produttive, l'attuale "riforma" mostra come la borghesia vuole condurre il gioco.

La gestione della vicenda Alitalia, con l’imposizione di fatto, ai lavoratori, di un accordo voluto da finanzieri ed affaristi, è un primo significativo esempio delle future relazioni sindacali secondo l'unico modello accettabile per la borghesia: i padroni decidono e i lavoratori si adeguano.

Infatti le proposte della “cordata italiana” della C.A.I. sono di fatto un “diktat” a cui i lavoratori si sono dovuti piegare, salvo qualche insignificante modifica, complice una campagna di “gogna mediatica” cui sono stati sottoposti, presentandoli come privilegiati e benestanti ed enfatizzando le differenze salariali sia con altre categorie di proletari, sia di alcune categorie professionali fra gli stessi dipendenti dell'azienda.

Tutto ciò allo scopo di rompere un eventuale moto di solidarietà verso di loro e al loro interno.

Non è il primo caso, non sarà l'ultimo!

La stessa iniziale “opposizione”della C.G.I.L., peraltro puramente formale, vertendo più sul metodo che sul merito, non ha minimamente scalfito l'impianto essenziale dell'accordo proposto, che si è poi riproposto sostanzialmente immutato.

Intorno a questa tavola imbandita per gli affaristi-avvoltoi, pronti a banchettare coi resti della compagnia infischiandosene dei lavoratori, una pantomima politica ha visto per l’ennesima volta il sindacato al rimorchio del capitale, delegittimando e isolando ogni voce anche solo blandamente critica, anche in vista della riforma del sistema di contrattazione che rappresenterà l'ennesima batosta per i proletari in questo Paese.

Questa importante vicenda segna di fatto il passaggio dal metodo concertativo a quello assertivo: al sindacato non basta essere “compatibile”, deve recepire “IN TOTO” i programmi elaborati dal padronato.

Così, anche nella scuola, l'attuale riforma mostra come la borghesia vuole condurre il gioco.

In questo contesto, il ministro dell'istruzione Gelmini può infatti spavaldamente realizzare il mandato di razionalizzare la formazione in funzione delle esigenze produttive bypassando ogni forma di contrattazione.

Anche qui si prepara una pesante strage di posti di lavoro …e senza ammortizzatori sociali.

Decine di migliaia di insegnanti precari perderanno il loro impiego a causa dell’accorpamento delle classi, che dovranno avere almeno 30 allievi, della chiusura delle scuole di piccole dimensioni, del maestro unico nelle elementari e di altre misure. Questo salasso non riguarderà solo le classi prime delle elementari, come vorrebbe far credere la strumentale propaganda borghese, ma tutti i gradi dell’istruzione. L'unico scopo è il risparmio della spesa per l’istruzione, troppo improduttiva per le attuali esigenze della produzione.

Quindi non solo un taglio dei costi, ma anche lo smantellamento del sistema formativo scolastico.

Il nuovo modello di relazioni nel mondo del lavoro si è ripresentato proprio in questi giorni, col provvedimento sulla scuola “blindato” dal voto di fiducia, “riforma” che la classe dominante ha imposto senza voler discutere.

Nel solco della strada aperta dai governi della cosiddetta sinistra già ai tempi del ministro Berlinguer, che definiva la formazione una “condizione della produzione”, emerge un modello di scuola che svaluta crescita culturale e formazione della persona a vantaggio della formazione per il lavoro, dando ai figli dei lavoratori solo le conoscenze di base per diventare produttori, consumatori e al limite utenti; in pratica sudditi di una borghesia sempre più agguerrita ed arrogante, che impone il modello: produci, consuma, crepa!

I lavoratori devono sapere il minimo indispensabile per essere sfruttati dal capitale, educati coi canoni dell'ideologia dominante, senza troppi strumenti per capire. Verrà inoltre annullato lo sforzo della scuola per integrare gli alunni stranieri, figli di quella forza lavoro tanto richiesta dagli imprenditori, ma tenuta volutamente ai margini con le misure anti-immigrati, oggi anche confinati in classi differenziali, secondo una misura proposta dalla Lega. Così si trasferiscono anche sugli immigrati di seconda generazione una condizione di differenza, esclusione e sottomissione.

I figli dei borghesi, grandi, medi e soprattutto piccoli, potranno, loro sì, godere di un'“offerta formativa” ricca e ampia, di scuole attrezzate, di orari scolastici sull’arco dell’intera giornata. Tutto ciò sarà pagato coi soldi delle tasse estratte dalle tasche dei proletari, per sostenere i contributi alle spese scolastiche intascati dai preti e dalle società private proprietarie delle scuole.

Il proletariato si accontenterà di maestri non unici ma soli, soli di fronte alle richieste sociali, abbandonati da uno stato che in Italia non è mai stato “welfare”, oggi sempre più avaro verso la classe che produce e paga per tutti, in una scuola che non avrà il tempo di istruire ma solo di dare “istruzioni per l’uso”, per diventare passivi esecutori all’interno del sistema produttivo.

Collettivo Collegamenti Internazionalisti di Bergamo

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