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Laika: i primi senza lavoro

Lettera aperta di un 19enne a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato

(28 Ottobre 2008)

TAVARNELLE-SAN CASCIANO - Nonostante i sindacati (in particolare la Fiom Cgil) si stiano prodigando per non creare tensioni attorno alla Laika, alcuni lavoratori sono già stati mandati a casa.

E, come sempre accade in questi casi, i primi a pagare sono stati i più deboli, i precari. Sarebbero infatti sei o sette i dipendenti a tempo determinato ai quali non è stato rinnovato il contratto. E che quindi si sono ritrovati senza lavoro. A raccontarcelo, con grande amarezza, è un giovane di 19 anni. Iscritto ad un'agenzia interinale, ha lavorato in Laika per un anno e tre mesi. «Ci stavo davvero bene - ci dice - purtroppo questa esperienza è finita a metà settembre».

Ci chiede di mantenere il riserbo sulla sua identità, ma in una lettera ci racconta la sua storia. Noi la pubblichiamo integralmente. "L'altra faccia della crisi del camper.

Ho letto con molto interesse i vostri articoli delle settimane scorse sulla crisi che sta colpendo il settore camper della nostra zona. Scorrevo gli articoli con i paroloni degli esperti (piani strutturali, rilanci economici, nuove infrastrutture), cercando tra le righe qualcuno o qualcosa che portasse un po' di solidarietà ai lavoratori che la crisi la vivono sulle proprie spalle, con la grigia prospettiva della cassa integrazione o, come è successo a me, lo spettro del licenziamento.

Capisco bene che in un momento di crisi economica globale non faccia notizia il non rinnovo dei contratti a termine di alcuni lavoratori Laika.

Non capisco invece le affermazioni riportate nell'articolo uscito il 3 ottobre, in cui un sindacalista della Cgil, con parole quasi ottimistiche, parlava di un tavolo di trattative con l'azienda Laika per discutere di nuove assunzioni e rinnovi dei contratti.

Quando in realtà la settimana prima l'azienda negava il rinnovo dei contratti in scadenza. Sei o sette ragazzi con contratti a tempo determinato che perdono il lavoro sono poca cosa. Però consiglierei al sindacalista ed ai cronisti di Metropoli di meglio informarsi.

Una brutta verità è meglio di una brutta bugia. Ringrazio Metropoli per lo spazio concesso». Amarezza: traspare chiara e netta dalle parole del giovane a cui Laika non ha rinnovato il contratto a termine.

Ci sentiamo però di poter dire una cosa, senza timore di venire smentiti: sulla questione Laika, la crisi de camper, ma anche su altre delicate crisi aziendali con le quali ci troviamo spesso (purtroppo) a confrontarci, Metropoli ha sempre tenuto una linea ben precisa. Le notizie su que che accade, compresi i licenziamenti, mancati rinnovi di contratto, piani industriali carenti, sono sempre state vagliate con estrema cura. E raccolte da fonti istituzionali che non dessero adito a dubbi. Perché, anche sulla Laika, sono tante le segnalazioni e le "notizie" che ci arrivano: che diamo solo quando ne siamo certi al 101%. In primo luogo, per rispetto nei confronti dei lavoratori.

matteo.pucci@metropoliweb.it

Metropoli Venerdì 17 ottobre 2008

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