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Amianto: il governo italiano e l’Inail denunciati per lesione del diritto

Alla corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo

(10 Novembre 2008)

L’ Associazione Italiana Esposti Amianto, l’Associazione Esposti Amianto – Friuli Venezia Giulia – e il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San Giovanni (Mi), hanno presentato ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’Uomo contro il governo Italiano e l’Inail per violazione delle norme costituzionali e comunitarie. In questi anni migliaia di lavoratori italiani, i loro familiari e intere famiglie sono state sterminate dal pericoloso e silenzioso killer e molti aspettano invano da anni giustizia. In molti casi le cause si trascinano per anni, e per i processi penali questo significa prescrizione e impunità per i datori di lavoro e i dirigenti responsabili della morte di centinaia di lavoratori.

In particolare, con il decreto del 12-3-2008 del Ministro del Lavoro in concerto con il Ministro dell’Economia e il Ministro delle Finanze e successivamente con l’atto dell’Inail (direzione centrale) del 19-5-2008, l’ingiustizia aumenta e vengono lesi i diritti di migliaia di lavoratori esposti all’amianto.

La legge 257 del 1992 concedeva a questi lavoratori, a causa della minore aspettativa di vita ( in media 7 anni), di andare in pensione anticipata come risarcimento per allontanarli dalla fonte di esposizione.

Le polveri di amianto, come dimostrato dalla scienza medica, sono cancerogene indipendentemente dalla quantità ( anche una sola fibra può produrre il mesotelioma ovvero quel tumore che non ha altre cause se non l’esposizione ad amianto) e con gli atti di indirizzo e i successivi atti dell’Inail il governo, riconoscendo i periodi di esposizione all’amianto fino all’inizio della bonifica e non oltre il 2-10-2003 solo in alcuni siti, discrimina i lavoratori riconoscendo solo ad alcuni la possibilità di usufruire del risarcimento del danno subito, escludendo e limitando il diritto della maggioranza dei lavoratori interessati che hanno lavorato a contatto con l’amianto in altri siti industriali non oggetto degli atti di indirizzo.

Le nostre associazioni, tramite il nostro legale avv. Ezio Bonanni del foro di Roma, ritenendo tutto questo lesivo degli interessi dei loro associati e di tutti i lavoratori italiani, hanno inoltrato il ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo in tema di lesione dei diritti e delle libertà fondamentali .

In particolare, tra gli altri riteniamo che siano stati violati l’art. 1 della Costituzione Repubblicana e l’art. 32 che tutelano la salute come fondamentale diritto dell’individuo.

Inoltre questi provvedimenti sono in contrasto e violano anche l’art. 1 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo che tutela il diritto alla vita e l’art. 2 che afferma il principio secondo cui “ il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge” . Inoltre vengono violati l’art. 6 che stabilisce che” ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole” e l’art.14 che stabilisce il principio di non discriminazione, riconoscendo che”Il godimento dei diritti delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione, deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita o ogni altra condizione

Associazione Italiana Esposti Amianto
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Associazione Esposti Amianto Regione Friuli Venezia Giulia

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