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(17 Maggio 2010) Enzo Apicella
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    (Capitale e lavoro)

    Banche banchieri ... Socialismo e crisi

    (11 Ottobre 2008)

    la crisi

    Anche i sedicenti soloni dell'economia non sanno come andrà a finire questa nuova crisi, ... perché bisognerebbe avere la «bacchetta magica», che insomma ci vorrebbe il grande mago Merlino.

    Persino Tremonti rispolvera l'etica, l'intervento dello stato nell'economia e niente meno che Karl Marx. Persino Veltroni e veltroniani devono giravoltare dal loro recente, recentissimo liberismo per riscoprirsi un po' .... socialisti. In realtà socializzazione delle perdite e congenito profitto privato hanno sempre convissuto, con buona pace di chi divide il mondo in liberisti e statalisti, per i quali sarebbe sufficiente far intervenire il loro Stato nell'economia, lo stato di banchieri e industriali che ha legalizzato la “deregulation”, per ammantarsi di «socialismo», rappresentando così un immaginaria realtà in cui i lavoratori, quasi quasi dovrebbero se non essere contenti, certo sentirsi più tranquilli.

    Grazie alla concertazione (compatibilità economica)

    posti di lavoro persi, turn-over non rimpiazzati, contratti di lavoro rinnovati alle calende greche con quattro euro, precariato dilagante in ogni settore di lavoro, lavoro in nero non regolamentato, infortuni sul lavoro, e tutto proprio tutto per sostenere l'economia in cui lo Stato, non sia mai detto, non poteva certo intervenire per salvare lavoratori.

    Grazie alla speculazione

    delle loro banche, che ora potrebbero persino fallire, ora sì che lo Stato le deve salvare, ora sì che deve spendere alimentando il “deficit” alla faccia dei vietati “aiuti di stato” alimentando l'inflazione a spese delle nostre retribuzioni.
    Questo loro socialismo è socialismo quanto lo era quello di “baffone”, cioè di Stalin, il cui Stato non sfamava certo la popolazione ma bombe atomiche e carri armati non se li è fatti mai mancare.
    Se lo tengano loro questo bel “socialismo”, quello vetero come questo ripescato per l'occasione.
    Non capiscono neanche il capitalismo che hanno pur creato, figurarsi se possono capire il vero socialismo, quello che i lavoratori si sono dati come obbiettivo sin dagli albori del movimento operaio sino alla sua sconfitta, in Russia e negli altri paesi, di cui sopportiamo ancora le conseguenze.
    Proprio come possono pure tenersi i loro speculatori che non puniranno, perché se li si volesse punire basterebbe lasciarli fallire come meritano senza rinviare, ingigantendole, le conseguenze crisi.

    L'unica «ricchezza» che sanno produrre questi liberal-statalisti è solo il fregarsi l'un con l'altro la ricchezza accaparrata al lavoro. Perché solo il lavoro è ricchezza, perché solo il lavoro produce le merci il cui consumo garantisce benessere.
    I lavoratori non devono pagare per i “giochi di società” bancari.

    Anche per questo partecipa allo sciopero generale del 17
    indetto dalla CUB con corteo a Milano
    Partecipa anche tu. Passa al Sin.Base

    Sin.Base - Genova
    http://www.sinbase.org

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