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Zanonato e le obbligazioni Lehman

(11 Novembre 2008)

Il caso è noto. Il comune di Padova probabilmente ci rimetterà 4 milioni di euro avendo sottoscritto le obbligazioni di una banca americana, la Lehman, attualmente in procedura fallimentare. Cifre di molto inferiori , ma comunque sempre di perdite si tratta, le perderanno anche i molti comuni della cintura che sono soci dell’Aps finanziaria che ha fatto l’investimento.

4 milioni di euro non è poca cosa e soprattutto non è poca cosa in considerazione del fatto che si tratta di denaro pubblico e nello specifico di denaro ricavato dalla svendita (privatizzazione) del patrimonio APS, un patrimonio costruito in decenni con il contributo economico dei cittadini.

L’aspetto più inquietante, a nostro avviso, non è tanto l’operazione di investimento in sé, perché è credibile la giustificazione addotta che si trattasse al momento della sottoscrizione di un investimento sicuro che dava interessi superiori di quelli dei depositi bancari ordinari, quanto piuttosto la decisione di finanziare una banca privata con il denaro pubblico.

I comuni non sono società per azioni, i sindaci non sono dei manager e i cittadini non sono azionisti!
Il patrimonio ricavato dalla privatizzazione di Aps poteva e doveva essere utilizzato per finanziare il bene pubblico.

Scelte politiche o tecniche sbagliate?

Ci pare queste scelte sbagliate siano una conseguenza della nuova interpretazione del ruolo e della funzione degli enti locali in auge dagli anni 90 e compendiati nelle leggi Bassanini e nel testo unico degli enti locali.

Una interpretazione in cui si è perso il senso del pubblico come diverso e alternativo al privato.

L’elezione diretta del Sindaco, i poteri ad esso riservati, compreso la nomina dei capi dei settori operativi revocabili in qualsiasi momento e perciò anche ricattabili , il ruolo marginale della giunta e l’esautoramento del Consiglio ridotto a mera funzione formale, hanno fatto sì che prevalesse l’idea di un comune- azienda in cui lo spirito di servizio e di rappresentanza del popolo fosse in subordine rispetto ad un concetto proprietario ed autoritario tale permettere disinvoltamente operazioni come quelli sopra citati.

Anche l’amministrazione Zanonano si è caratterizzato per questo secondo aspetto e adesso i contribuenti che sono in grande misura i lavoratori ne pagheranno i costi.

Anche per questo i comunisti di Padova alle prossime elezioni non voteranno Zanonato. Lo facciano pure i riformisti del Prc e del Pdci alla ricerca o conservazione delle poltrone e non del cambiamento.

Movimento per la Costituente Comunista - Padova

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