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(10 Luglio 2012) Enzo Apicella

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    (Capitale e lavoro)

    Sciopero!

    (13 Novembre 2008)

    Se la precettazione non dovesse funzionare i dipendenti Alitalia "si metteranno nella completa illegalità e allora ci sono norme anche di ordine penale". Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.

    Se la precettazione – ovvero l’obbligo al lavoro coatto - non dovesse funzionare si metteranno i lavoratori in galera? si useranno i manganelli e i lacrimogeni (o i provocatori targati Cossiga) sui loro “assembramenti”?

    Ma non era questo un paese “libero e democratico” dove il diritto di sciopero era garantito? Una repubblica fondata sul lavoro e quindi sui diritti di chi lavora, compreso il diritto sacrosanto di incrociare le braccia e rifiutarsi di accettare le condizioni capestro di chi il lavoro lo compra e lo vende?
    Certo, fin quando parliamo di scioperi “legali” concertati e concordati con la controparte - un giorno di “riposo” che per giunta viene decurtato dalla busta paga - garantendo comunque il minimo di danni possibili al nemico contro il quale si lotta, nessuno ha nulla da ridire.

    Ma quando i lavoratori riconquistano la loro autonomia, emancipandosi dalle organizzazioni sindacal-padronali che da decenni contrattano al ribasso salario e condizioni di lavoro, quando – autoorganizzandosi - decidono di accettare lo scontro con la determinazione e la voglia di vincere la loro battaglia, quando riscoprono la loro forza e cominciano a fare perdere qualche quattrino ai loro sfruttatori ecco che lo stato interviene con tutta la sua forza per ripristinare la “legalità”.

    La legalità dello sfruttamento! Il diritto di pochi a decidere sulla vita di milioni, il sacro e inviolabile diritto a estorcere profitto sulla fatica altrui.

    Il volto del questurino, allora, si sostituisce a quello del sindacalista dalla firma facile, la dittatura di classe prende il posto di una democrazia sempre più vuota di contenuti. La repubblica è si fondata sul lavoro, ma sul lavoro salariato, la schiavitù dell’epoca capitalistica.

    I padroni possono decidere di chiudere le loro fabbriche, “delocarizzare” le proprie imprese in posti dove gli operai costano meno e creano meno problemi. E’ legale.

    Possono licenziare donne incinte e malati, decidere chi e quando e come deve lavorare. E’ legale.

    Possono perfino permettersi di ammazzare un lavoratore rischiando meno di quanto rischia un napoletano sorpreso ad abbandonare per strada un vecchio materasso.

    I lavoratori non possono smettere di lavorare. Padroni solo di una merce sempre più svalutata – la loro forza lavoro – non possono nemmeno decidere di non venderla più.

    Colaninno & soci hanno troppa fretta di mettere le mani sugli utili che Alitalia – ripulita dai debiti che pagheremo tutti – produrrà e hanno bisogno di maestranze docili e disponibili a farsi salassare senza troppe storie.

    Loro hanno la legge dalla loro parte. Hanno poliziotti e giudici … e giornalisti canaglie che – ben pagati – giustificheranno il loro operato.

    I lavoratori hanno solo se stessi, l’organizzazione, l’unità nella lotta, la solidarietà della classe intera.

    Perderanno questa battaglia, forse, ma nella lotta impareranno a conoscere “i propri amici e propri nemici”, a superare i propri limiti, a creare le condizioni per non essere mai più sconfitti.

    11 novembre 2008

    Gattoselvaggio a cura di Mario Gangarossa
    http://www.sottolebandieredelmarxismo.it/

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