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USA. 46 milioni di poveri

USA. 46 milioni di poveri

(28 Settembre 2011) Enzo Apicella
I poveri negli USA sono 46 milioni, il 15% della popolazione. I due terzi di questi poveri lavorano, ma per un salario da fame

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    Caro padrone... ma quanto ci costi!!!

    (13 Novembre 2008)

    Caro padrone (si fa per dire),

    La crisi e la recessione che imperversano ci preoccupano molto. Ci preoccupano soprattutto perché da vent'anni a questa parte, attraverso la "concertazione" sindacale ti abbiamo dato tutto quello che potevamo darti.

    Da vent'anni abbiamo rinunciato alla scala mobilee abbiamo cominciato a regalarti una parte sempre maggiore del nostro salario. Facendo il confronto con 15 anni fa oggi ci sono 120 miliardi di euro in più che sono passati dai salari ai profitti. Che significa 5 mila euro all'anno in meno nella busta paga di ogni lavoratore.

    Nel 1993 i nostri maggiori sindacati hanno firmato gli accordi sulla flessibilità. E abbiamo cominciato a darti straordinari e a rinunciare alle ferie. Ma sempre senza aumentare i salari. Oggi in Italia il numero di ore lavorate è tra i più alti dell’area OCSE, ma i salari sono tra i più bassi (circa 6000 dollari all’anno in meno della media).

    Dal 1995, con la riforma Dini, abbiamo cominciato a rinunciare anche a parte dellapensio- ne.Negli anni successivi, con il pacchetto Treu e con la legge 30, molti di noi sono stati costretti a rinunciare ai diritti elementari e ad accettare contratti di lavoro di tipo schiavistico.
    Nel 2007 ci hai chiesto di versare la liquidazione (il TFR) in fallimentari fondi pensione integrativi.

    Insomma, in questi ultimi trent'anni ti abbiamo dato tutto quello che potevamo darti. Nel frattempo, speculando sugli affitti, ci hai costretto a comprare casa. Privatizzando quelli che erano i servizi pubblici, li hai resi sempre più inefficenti e sempre più cari. E alla fine hai cominciato a speculare anche sul grano portandoci alla fame.

    Adesso abbiamo solo debiti, mutui e rate da pagare. E tu sei riuscito a fare i soldi anche sui nostri debiti, comprandoli e rivendendoli e creando una bolla speculativa che alla fine è esplosa con le conseguenze che conosciamo.

    Ma i danni li vuoi farli pagare a noi anche questa volta. Per salvare le banche in crisi, gli USA e l'Europa hanno cominciato a stampare moneta per centinaia di miliardi di euro, aumentando l'inflazione e diminunendo ancora di più il potere d'acquisto dei salari.

    Ma nonostante tutto questo la recessione avanza e le previsioni per il futuro sono nere. Ora, come dicevamo, noi ormai ti abbiamo dato tutto quello che potevamo darti. Se nonostante tutto il sistema non funziona forse la colpa non è nostra, ma tua. Di chi governa questo mondo, dei grandi capitalisti, degli industriali, dei banchieri, e dei loro rappresentanti nelle istituzioni politiche e sociali.

    Forse dobbiamo cambiare le cose in modo radicale. Forse dobbiamo ridurre non i salari, ma i profitti. E forse, dal momento che è l'esistenza stessa del profitto che porta sempre e comunque alla crisi, dovremmo proprio abolirlo del tutto.

    NON PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI

    Movimento per la Costituente Comunista - Padova

    Fonte

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    Ultime notizie del dossier «Il capitalismo è crisi»

    Ultime notizie dell'autore «Movimento per la Costituente Comunista (Coordinamento per l'Unità dei Comunisti) - Padova»

    Commenti (2)

    forse

    Forse di qui forse di li. Le crisi avvengono perche' l'economia non e' pianificata. Recessione, stagnazione, ripresa, sviluppo e crisi di nuovo. Cosi dagli inizi del 1800 ogni 5 6 o 7 anni. La macchina si avvia riprende, accellera, si mette a correre all'impazzata e bum, si schianta. Nuova crisi. La recessione poi riporta le cose a posto. Da un livello sempre piu' in basso pero'. Con migliaia di persone che rimangono senza lavoro e con famiglia. Questo perche' non c'e' una economia pianificata. Gli economisti borghesi si sforzano di trovare delle ricette che, per quanto complicate, hanno in comune la scarsita' dell'efficacia (persino nel breve periodo). Tutto questo perche' ci si nasconde dietro un dito e cioe' che e' necessario pianificare l'economia. L'economia pianificata pero', sembrerebbe, che si possa realizzare solo se un organismo centrale ha la disponibilita' dei mezzi di produzione: fabbriche macchinari e cosi via. E quindi il presupposto, sembrerebbe quello di togliere di mezzo il detentore del mezzi di produzione: il capitalista. E anche ottenuto questo, e non e' poco, saremmo ancora a meta' strada. Le analisi proposte nell'articolo, per quanto documentate, denunciano una visione limitata che non va al cuore del problema.

    (14 Novembre 2008)

    renato__@libero.it

    una risposta

    caro renato
    magari l'analisi denuncerà una visione limitata, come dici tu (ma in un volantino che ci volevi mettere, un bignami di economia)... ma mi pare che quando si dice che tutti i problemi nascono dal profitto, cioè del prodotto dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo si dica tutto quello che si deve dire.

    mettere invece al centro la pianificazione dell'economia mi pare una risposta di tipo interclassista, che apre ai borghesi spaventati dalla crisi e ai loro rappresentanti istituzionali, dal PD all'arcobaleno, che oggi stanno (chi più chi meno) rispolverando i testi di keynes.

    (14 Novembre 2008)

    il pane e le rose

    pane-rose@tiscali.it

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