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Difendiamo CCNL e condizioni lavoro

(8 Agosto 2008)

Da anni assistiamo ad enormi ritardi sul rinnovo contrattuale: contratti sottoscritti in fretta e furia, ostaggi di campagne elettorali, persino bocciati dalla Corte dei Conti a 28 mesi dalla loro scadenza anche se pesantemente sottofinanziati.
Le Regioni rivendicando più autonomia per “gestire” direttamente il contratto della sanità sono arrivate, negli ultimi rinnovi, persino a mettere in discussione contratti già siglati dalle parti, delegittimando governo ed Aran nazionale.
L’attacco al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e le forti spinte verso rapporti di lavoro privatistici per i lavoratori del comparto della sanità, vanno di pari passo con la consegna dei servizi sanitari ai privati, all’impoverimento della sanità pubblica.
Il 18 giugno è iniziato tra Confindustria e la burocrazie sindacali il confronto sul modello contrattuale: l’obiettivo di Confindustria è smantellare il Contratto Nazionale.
Le richieste sono: il calcolo dell'inflazione ogni tre anni invece che due, con una ulteriore perdita del potere d'acquisto dei salari, il divieto per il Contratto Nazionale di prevedere aumenti oltre l'inflazione programmata, il controllo assoluto sul lavoro salariato attraverso la contrattazione aziendale, vincolata alla produttività.
Con l’indebolimento del CCNL ogni anno una percentuale sempre più alta di ricchezza prodotta viene tolta ai salari e regalata ai profitti.
Senza contrattazione collettiva il lavoratore è solo, estremamente ricattabile attraverso la contrattazione individuale.
Cobas Sanità, assieme alla Rete 28 Aprile nella Cgil, ha attivato una raccolta di firme fra i lavoratori delle Asl per la difesa ed il rilancio del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, affinchè questo non venga messo in discussione nel suo valore rivendicativo economico e di tutela dei diritti, nel suo significato di mantenere coesione e solidarietà fra gli stessi lavoratori.

Cobas Sanità - a livello aziendale - desidera comprendere:
come mai l’Asl 12 abbia scelto di attivare il nuovo ospedale dell’Angelo senza una dotazione di organico sufficiente, tanto da decidere di ridurre i posti letto (già inferiori rispetto a quelli dell’Umberto I) a trasloco da poco ultimato;
perché nei Piani Assunzioni ‘07 e ’08 è stata individuata come esigenza prioritaria la copertura di posti relativi ad altri profili professionali rispetto quelli di Infermieri ed Operatori Socio Sanitari;
perché il lavoro svolto dai collaudatori del nuovo Ospedale non ha rilevato sin dall’inizio i rilevanti problemi di impiantistica, che tanti disagi stanno creando a pazienti e operatori;
quale organizzazione del lavoro sarà avviata per i 54 posti letto per “degenti a pagamento” dislocati nei vari reparti (vedi “Il nuovo ospedale di Mestre ed il sistema delle garanzie” di V. Travaglini).

Questa Organizzazione Sindacale comunica che è in corso con successo anche la raccolta firme per il ritiro e la sostituzione delle nuove divise, di tessuto composto da circa il 50% di fibra sintetica, fornite recentemente in dotazione dalla Asl al personale del nuovo Ospedale.
Questi capi di vestiario, ostacolando una buona traspirazione e l’assorbimento del sudore, creano rischi aggiuntivi a situazioni lavorative già di per sé critiche, sia a causa dell’ambiente di lavoro (vedi le temperature già elevate causate dall’effetto moltiplicatore dei raggi solari prodotto dalla grande vetrata del nuovo ospedale), sia per le attività lavorative svolte e per le attuali condizioni meteorologiche.

Venezia - Mestre 07/08/2008

COBAS Sanità Venezia

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