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Bologna: esplode una fabbrica di gomme 2 morti e 3 feriti. Causa? Il profitto...

(18 Novembre 2008)

Un' esplosione è avvenuta nella Marconigomma di Sasso Marconi (Bologna). I vigili del fuoco di Bologna hanno reso noto che ci sono due morti. Le vittime sono il direttore dello stabilimento Fabio Costanzi, 56 anni, e un operaio indiano di 45, Iadav Ramjaz. Secondo quanto ha raccontato il responsabile del personale, i due stavano lavorando ad una mescola in gomma (il prodotto in cui è specializzato lo stabilimento) sperimentale. Erano a fine turno, intorno alle 13.30, quando è avvenuta l'esplosione della macchina. "L'esplosione ha provocato un grande incendio - ha spiegato Dervishi Zamir, un dipendente dalla fabbrica - abbiamo provato a spegnerlo e a tirare fuori i nostri compagni, ma il fuoco non ce lo ha permesso e sono morti tra le nostre braccia".

I feriti secondo il bilancio dell'Azienda usl di Bologna sono tre, e nessuno è grave. Due sono stati portati al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna, uno all'ospedale di Vergato. I sintomi sono dovuti all'inalazione da fumo; nessuno ha problemi dovuti a ustioni. Altri sei dipendenti sono stati assistiti sul posto. Il tipo di mescola a cui stavano lavorando le vittime morte nella fabbrica di Sasso Marconi era nuova ed era la prima volta che si sperimentava. Lo ha confermato una sindacalista della Filcem-Cgil, Marinella Goldoni. "Non abbiamo mai avuto segnalazioni di pericoli di questa portata, qualche infortunio sì ma ciò che sconcerta è l'impatto così forte - ha detto parlando con i giornalisti - nel settore della gomma una percentuale di pericolo c'é sempre. Ma ormai non se ne può più delle parole. Servono i fatti per fare finire queste cose".

Come ha spiegato il capo dei vigili del fuoco di Bologna Tolomeo Litterio, a esplodere è stato un miscelatore all'interno del quale si stava sperimentando questa fusione della gomma che può superare anche a 100 gradi. In quel momento - ha spiegato - attorno alla macchina c'erano solo due persone mentre altri operai si trovavano nelle vicinanze. "Ero in ufficio, è stata una cosa violentissima, non ci sono stati preavvisi, un'esplosione immensa". Così Luciano Cardin, responsabile di produzione dell'azienda di Sasso Marconi, ha raccontato gli attimi precedenti l'esplosione. "Ho visto i vetri saltare e il reparto è diventato tutto nero", ha aggiunto spiegando poi il meccanismo del miscelatore che era in funzione in quel momento. "Bisogna immaginarsi come una macchina che fa la pasta con due rotori che girano. Si mettono dentro i polimeri e altri additivi, si mescolano gli ingredienti fino a ottenere la mescola cruda che va ai clienti". Alla domanda dei cronisti su che cosa possa essere successo, Cardin ha risposto: "Non lo so ma non lo sapremo mai", aggiungendo che in quel momento un assistente tecnico e una sua collaboratrice stavano facendo un 'master', una sorta di esperimento. "E' la cosa più sicura che si possa fare", ha spiegato aggiungendo che in quel momento gli operai non avevano protezioni perché "per quello non c'è bisogno di protezioni".

"Era una morte annunciata". Lo ha gridato ai giornalisti assiepati davanti alla fabbrica di Sasso Marconi una donna che abita proprio davanti alla struttura. "C'erano giorni in cui non si respirava, si alzavano nuvole nere che coprivano tutto. Abbiamo chiamato tante volte la Usl, non è cambiato niente". Poi la donna è rientrata in casa sottraendosi alle domande dei cronisti. La Marconi Gomma si trova in Viale Europa a Sasso Marconi, nella zona industriale del comune che guarda all'Appennino bolognese. Il direttore era di origine milanese e viveva a Grizzana, nel bolognese. L'operaio indiano lavorava nella fabbrica da diversi anni e solo negli ultimi tempi era riuscito a fare arrivare la famiglia dall'India. Sono rimasti feriti tre operai, un marocchino e due tunisini, e altri sei sono stati medicati sul posto. I compagni di lavoro hanno detto di aver udito tre scoppi di seguito. Nella fabbrica, che produce mescole in gomma per tubi e guarnizioni, non erano mai successi incidenti gravi e, secondo gli operai, le norme di sicurezza rispetto ai rischi chimici che ci sono sarebbero rispettate. Sul luogo dell'incidente sono arrivati il presidente della Regione Vasco Errani e il prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia. "Sono qui per portare il cordoglio della regione e la solidarietà alle famiglie delle vittime e ai feriti per questa ennesima tragedia sul lavoro - ha detto Errani uscendo dal capannone in cui è avvenuto lo scoppio - le dinamiche dovranno trovare tutte le risposte". E anche il Prefetto Tranfaglia ha sottolineato di essere venuto "a portare il cordoglio del Governo e del presidente della Repubblica. Quando succedono queste cose la prima cosa che ci si chiede è se si sia fatto abbastanza per evitarle". Un minuto di silenzio è stato osservato in apertura del consiglio comunale di Bologna per le due vittime dell'esplosione all'industria di Sasso Marconi. A dare la notizia ai consiglieri è stato il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri.

NEROZZI (PD): IL GOVERNO RESTA INERME "Ancora due morti e quattro feriti. E' il tragico bilancio dell'incidente sul lavoro oggi avvenuto a Sasso Marconi. E mentre continuiamo ad assistere a queste tragedie quasi quotidiane il governo resta inerme. Non solo non applica le nuove norme sulla sicurezza previste dal testo Damiano ma pensa anche a modificarle, depenalizzando le responsabilità delle drammatiche morti". Lo dichiara Paolo Nerozzi, senatore del Pd e vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta sugli incidenti morti sul lavoro. "Il Pd è vicino alle famiglie delle vittime della fabbrica di Sasso Marconi - aggiunge Nerozzi - e, di fronte al loro dolore, chiede l'immediata applicazione del testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro voluto da Damiano e approvato dal governo Prodi. Se non si applica quel testo si è corresponsabili dei tantissimi incidenti e delle troppe morti sul lavoro che avvengono in Italia".

RIFONDAZIONE: “FERMARE LA STRAGE QUOTIDIANA” "Esprimiamo il nostro sconcerto e la nostra rabbia per l'ennesima tragedia avvenuta sul lavoro nella nostra regione. Esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai familiari dei lavoratori colpiti, e chiediamo con forza che le istituzioni, le forze politiche e sociali mettano in campo ogni azione e ogni sforzo possibile per fermare questa strage quotidiana". Lo dice Nando Mainardi, segretario Prc Emilia-Romagna. "Purtroppo le parole non servono a nulla - aggiunge Mainardi -:servono appunto atti concreti". Per il presidente del Gruppo Consiliare Prc a Casalecchio di Reno, Marco Odorici, "é diventato norma morire per lavoro, fa più effetto e ci colpisce un po' di più la coscienza quando come in questo caso sono più di uno i lavoratori a morire. Non ci sono parole, attenderemo le notizie se è un errore umano, se é l'incuria o la fretta produttiva a far morire delle persone ma dopo che lo avremo saputo non cambierà nulla, resteremo con due lavoratori che non torneranno a casa alla sera dalle proprie famiglie. Esprimo vicinanza ai famigliari e la più grande rabbia verso chi pensa che morire di lavoro sia fisiologico, chi crede che sia giusto depenalizzare le pene per i datori di lavoro perché se no spendono troppo per la sicurezza, per questo sistema capitalistico che pensa solo al profitto e non più all'essere umano".

PAGLIARINI (PDCI): “ANCORA TROPPE AZIENDE INSICURE” "La drammatica esplosione che ha strappato la vita a due operai della 'Marconi', nei pressi di Bologna, rappresenta l'ennesima, devastante conferma della condizione di assoluta insicurezza che pervade troppe fabbriche del nostro Paese". Lo sottolinea Gianni Pagliarini, Responsabile Lavoro Pdci. "Proprio mentre a Torino i giudici stanno vagliando la richiesta di rinvio a giudizio dei vertici Thyssenkrupp - osserva Pagliarini - un'altra tragedia si abbatte sul mondo del lavoro. Dal governo ci aspetteremmo una presa di posizione dura, sulla totale disattenzione che caratterizza buona parte del sistema delle imprese e sulla necessità di accelerare l'applicazione del nuovo Testo unico, per concretizzare il binomio prevenzione-repressione. Ma non sarà così. E rischiamo di assistere nuovamente al richiamo di qualche ministro rivolto ai lavoratori che vivono situazioni di rischio affinché imparino a 'stare piu' attentì. Come ha già fatto il ministro Sacconi in circostanze recenti". Manuela Palermi, direttore di 'Rinascita', settimanale del Pdci, esprime "indignazione e preoccupazione per le condizioni del lavoro in Italia, dove nel 2008 si continua a morire di lavoro, nonostante le leggi e nonostante la tecnologia". "La verità - aggiunge - è che la vera emergenza nazionale, con quattro morti sul lavoro al giorno, non viene affrontata. Ogni morto sul lavoro non è una casualità ma ha responsabili ben precise". ----------------------------------
LA COLPA E' SEMPLICE ALTRO CHE ERRORE UMANO: IL MODO DI PRODUZIONE OGGI DEL CAPITALE IN TUTTE LE AZIENDE GRANDI E PICCOLE, CON BEN POCHE DIFFERENZE, E' PRODURRE NEL PIU' BREVE TEMPO, CON MENO OPERAI POSSIBILE, PER PIU' ORE AL GIORNO, POI SI ESAURISCONO ANCHE LE MACCHINE, E POI SUCCEDE IL FATTACCIO...

DOPO LA STRAGE SI CONSUMANO LE BALLE DEI DESTRI DI GOVERNO E ABBIAMO ANCHE GLI STUPITI DI TANTO SCHIFO, CIOE' I VARI CHIERICI DI SINISTRA CHE SI PRODIGANO A DIRE; MA COME E' STATO POSSIBILE ECC ECC.

VEDRETE CHE SE COME OPERAI SFRUTTATI NON CI DIAMO UNA MOSSA SEPPELLIRANNO NEL SILENZIO ANCHE QUESTA STRAGE...

VEDRETE CHE NON E' QUESTIONE EPISODICA, ALTRO CHE LEGGI O REGOLAMENTI NON OSSERVATI...

E' QUESTIONE DI STRUTTURA, DEL CAPITALISMO CHE SI RIPRODUCE SOLO OVE VI SIA SFRUTTAMENTO E OPPRESSIONE SU GLI OPERAI...

RIGUARDO ALLE LACRIME DI COCCODRILLO DELLA PARTE "SINISTRA" DEI PADRONI AGGIUNGO: PECCATO CHE QUANDO ERANO AL GOVERNO I "SINISTRI" DEI PADRONI HANNO CONDANNATO NOI OPERAI A 40 ANNI DI LAVORI FORZATI IN FABBRICA PER AVERE UNA PENSIONE DA PEZZENTI, SE MAI CI ARRIVIAMO...

articolo originale in: BOLOGNA: ESPLODE UNA FABBRICA DI GOMME 2 MORTI E 3 FERITI, CAUSA? IL PROFITTO...

Francesco operaio Fiat saldatore.

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