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La fatalità dominante

La fatalità dominante

(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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    (Di lavoro si muore)

    Il 6 dicembre a Torino per non dimenticare

    Ma anche per organizzarci affinché non accada più!

    (4 Dicembre 2008)

    Le compagne e i compagni della Rete dei Comunisti aderiscono alla Manifestazione di Torino, del prossimo 6 Dicembre, ad un anno dalla strage della ThyssenKrupp.

    L’anno che è passato è stato un lungo susseguirsi di una allucinante sequenza di morti e feriti di ogni tipo. Dai cantieri ai campi passando per le strutture dei servizi – non c’è stato luogo in cui si esercita lo sfruttamento capitalistico – che non si stato segnato dal sangue dei lavoratori. Spesso di migranti venuti a schiattare nella nostra Italietta.

    All’indomani di ogni morte abbiamo visto mettersi in moto l’ipocrita esecrazione e le puntuali lacrime di coccodrillo che invocano più controlli, più rigore nel rispetto delle misure di sicurezza e la promossa di punire i responsabili di queste stragi. Naturalmente, all’indomani del farsesco e formale cordoglio, tutto continua come prima, se non peggio!

    Non potrebbe essere diversamente. Il capitale, nel suo parossistico ed antisociale procedere, particolarmente nei periodi di crisi e di accentuazione dei fattori di competizione globale svela, sempre più, il suo carattere criminale e criminogeno. Da questo punto di vista la rappresentazione del capitalismo come un serial/killer che si aggira nella società non è un immagine fumettistica ma la concretezza della dura realtà quotidiana. E che gli omicidi sul lavoro sono un retaggio di una modalità del lavoro arretrata o poco moderna è una baggianata che lasciamo ai riformisti di ogni risma e agli apologeti di un impossibile capitalismo dal volto umano magari spuntato da eventuali eccessi.

    Nel denunciare questi aspetti del dominio, nel demistificare le menzogne che si producono periodicamente, nel sostenere ogni mobilitazione e lotta che si oppone a questo stillicidio di lavoratori vogliamo avanzare una sommessa riflessione che consegniamo agli attivisti sindacali non collaborazionisti, ai delegati nei posti di lavoro e ai compagni tutti:

    -E’ mai possibile che il massimo di reazione operaia alle morti sia stato il rifiutare la corona di fiori offerta della direzione aziendale della ThyssenKrupp, l’appuntare il nastrino nero del lutto sulle nostre bandiere o gli appelli alla Magistratura (che è la stessa che nella maggioranza dei processi contro i padroni assassini manda tutti assolti)?

    Riteniamo ed auspichiamo che a fronte di questi avvenimenti bisogna battere un colpo. Sul serio!
    La manifestazione del 6 Dicembre a Torino è un passaggio importante ed un buon viatico per il prossimo futuro. Se, però, il non paghiamo la vostra crisi vale, tanto più, per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori, bisognerà mettere mano ad un lavoro di ricostruzione di una identità di classe che non accetta le compatibilità economiche e politiche vigenti. Una condizione obbligata per organizzarci affinché non accada più. Una articolata intrapresa che per essere efficace non può delinearsi in forme astratte, né ideologiche, ma deve agglutinarsi attraverso un metodo ed un programma fondato sull’autonomia e l’indipendenza politica ed organizzativa dei lavoratori, dei precari, dei migranti e di tutti i soggetti che subiscono l’intera gamma con cui si spalma lo sfruttamento.

    La RETE dei COMUNISTI

    Fonte

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