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Lavorare insieme, contro l’Alta Velocità

Parla Oihane Mikeo, del movimento basco contro la TAV

(10 Dicembre 2008)

“Lavorare insieme”: vuol dire questo Elkarlana, una piattaforma basca attiva da quando il governo cominciò sette anni fa la corsa verso una mega infrastruttura dai costi economici, ambientali e sociali esorbitanti.

“E’ un progetto mostruoso”, denuncia convinta Oihane, una giovane attivista arrivata in Italia da Gasteiz, su invito dell'Associazione Euskal Herriaren Lagunak, per partecipare alle iniziative convocate a Torino e in Val di Susa tra il 6 e l’8 dicembre dal movimento contro l’alta velocità.
Ma anche per confrontare le rispettive analisi ed esperienze di lotta con alcuni dei comitati che nei nostri territori cercano di impedire la realizzazione di inceneritori, centrali turbo-gas o megadiscariche.

“E’ una questione di democrazia! - ha ricordato Oihane ai rappresentanti di alcuni di questi comitati riuniti a Marino il 30 novembre scorso - E’ inaccettabile che le comunità locali vengano espropriate della possibilità di dire la propria su decisioni imposte dall’alto che cambieranno per sempre la geografia di interi territori e influiranno negativamente su tutti i cittadini.
Noi chiediamo di riconoscere il diritto di veto ai Comuni interessati direttamente dal tracciato.
Alcuni municipi, in diverse province basche, hanno già organizzato referendum popolari sulla questione.

Ogni qual volta si informano i cittadini sulle reali conseguenze dell’Alta Velocità e poi gli si permette di esprimersi democraticamente la risposta è sempre la stessa: NO!”.
Ma i referendum di cui parla Oihane per il governo spagnolo non hanno alcun valore.
Anzi, sono illegittimi, illegali (qualche sindaco si è pure beccato una denuncia per malversazione di fondi pubblici!) visto che la TAV per Madrid è una infrastruttura di interesse nazionale che non può certo essere ritardata dagli ‘egoismi localistici’.

Dopo sette anni di tira e molla, con un movimento anti TAV concentrato sull’informazione per ribattere alla propaganda dei governi, Elkarlana si prepara a dare battaglia.

Per Oihane i prossimi saranno i mesi decisivi: “Abbiamo lanciato il boicottaggio delle operazioni di esproprio delle terre su cui deve passare il tracciato.
Organizziamo presidi e picchetti davanti ai municipi nei quali gli emissari governativi e delle imprese firmano gli atti di esproprio.
Il governo risponde con una forte militarizzazione e con la repressione, la Polizia ricorre alla forza: cariche, arresti e denunce.
Molti dei nostri attivisti sono già sotto processo”.

Per Madrid Elkarlana è controllata o comunque strumentalizzata dalla sinistra indipendentista, e quindi gli andrebbe riservato lo stesso trattamento previsto per tutte le organizzazioni sociali e politiche messe fuori legge negli ultimi anni.
“Certo, la maggior parte degli attivisti No Tav sono vicini alla sinistra basca, ma Elkarlana è un movimento composito, formato da diversi partiti, sindacati, associazioni e gruppi locali.
Ha una forma assembleare e riunisce soggetti che su altri temi sono distanti”.

Dentro ci sono gli indipendentisti di sinistra ma anche quelli della sezione basca di Izquierda Unida, i sindacati di ambito basco, associazioni ambientaliste e di contadini, ingegneri e tecnici, artisti e intellettuali di varia estrazione e opinione.

Ma Madrid non dà ascolto a nessuno, e anzi accelera le procedure di apertura dei cantieri.
“Il 17 gennaio abbiamo convocato una manifestazione nazionale con l’obiettivo di riprenderci alcuni dei terreni espropriati.
Nel frattempo decine di presidi di denuncia si terranno davanti alle sedi delle ditte coinvolte nei lavori e davanti agli uffici dei partiti che sostengono la Y basca”.

Oihane denuncia non solo la dannosità ambientale e sociale della TAV, ma anche la sua inutilità: “Distruggono valli e montagne per una infrastruttura che verrà usata solo da una piccola èlite mentre l’ambiente e la maggioranza dei cittadini soffriranno solo conseguenze negative.
Si tratta di fondi pubblici regalati ad imprese che sostengono il partito di governo nella regione, quel Partito Nazionalista Basco che così trova il modo di foraggiare i suoi sostenitori”.

Nonostante le innumerevoli difficoltà Oilhane si dice fiduciosa: “Anche alla fine degli anni ’70 le classi dirigenti basche, con l’aiuto del colosso privato Iberduero, provarono a costruire una centrale nucleare sulla costa vicino a Bilbao.
Una possente rete di movimenti popolari glie lo ha impedito”.

(Versione integrale dell'articolo pubblicato su Il Manifesto del 9 dicembre 2008)

Marco Santopadre

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