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Un piromane si aggira per l'Europa

Un piromane si aggira per l'Europa

(7 Maggio 2010) Enzo Apicella
L'agenzia di rating Moody's, la stessa che consigliava di investire in Lehman Brothers, soffia sul fuoco della crisi europea e invita a disinvestire in Grecia, Portogallo e Italia

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Sciopero del 12 dicembre. Facciamo il punto [2]

(11 Dicembre 2008)

Lo sciopero si avvicina e mentre cresce la mobilitazione, cresce anche il tentativo di trasformarlo in una sorta di una tantum, con la quale concludere la vicenda delle lotte d’autunno. Nel frattempo la Cisl e la Uil continuano a produrre accordi separati, ultimo quello della Confapi, con l’evidente intenzione di premere sulla Cgil. La Confindustria accentua le sue posizioni più radicali, anche la Fiat oramai è schierata sul fronte della rottura. Se a questo si aggiunge la crisi verticale del Pd, che indebolisce complessivamente l‘opposizione e che dà più forza a Berlusconi, nonostante le misure largamente insufficienti e sbagliate di politica economica, si comprende come la Cgil sia davvero di fronte a un bivio. Questi ultimi giorni hanno mostrato che una terza via, tra conflitto sociale e accettazione della linea Cisl e Uil, non esiste. Gli accordi separati, la campagna contro lo sciopero che si sta facendo nei luoghi di lavoro, l’uso della crisi per intimidire i lavoratori, dimostrano che per la Cgil uno spazio di rientro felice e tranquillo non c’è. Questo non semplifica la scelta, ma la rende anzi più difficile e dolorosa. O la Cgil va a Canossa, facendo felice una parte rilevante sia del centrodestra che del centrosinistra. Oppure essa decide di dare seguito allo sciopero generale costruendo un programma e un’iniziativa destinate a durare. Il fatto che il bivio sia così netto non dà per certa la scelta, perché se da un lato lo sciopero dimostrerà le potenzialità della lotta, è vero anche che la linea del conflitto, anche da soli, richiede una Cgil ben diversa da quella degli anni della concertazione.

Infine è bene sottolineare che nelle assemblee sono emerse, più che le critiche al presente, le critiche al passato. La domanda di molti lavoratori è stata: “oggi avete ragione, ma perché non vi siete mossi quando c’era Prodi?”. Continuare significa quindi separare sempre di più i destini della Cgil da quelli degli schieramenti politici, anche da quelli di centrosinistra. L’indebolimento e la crisi del Pd, se nell’immediato rafforzano Berlusconi, in prospettiva possono essere per la Cgil l’occasione positiva per troncare ogni forma di collateralismo con gli schieramenti politici, e intervenire sulla politica partendo esclusivamente dalle proprie ragioni sociali.

Roma, 9 dicembre 2008

Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale

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