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Non ci piegherete!

Sequestrati Cantieri Megaride (sede Unità Comunista)

(11 Dicembre 2008)

Volantino degli operai della cooperativa Megaride del porto di Napoli

Quelle stesse autorità giudiziarie che da sempre si sono contraddistinte per omertà e compiacenza di fronte ai peggiori scempi ambientali e alle peggiori prevaricazioni nei confronti dei lavoratori e dei loro diritti, stasera hanno posto i sigilli alla Cooperativa Cantieri Navali Megaride attribuendo pretestuosamente alla Cooperativa una presunta "violazione delle norme sul corretto smaltimento dei rifiuti".
Tale accusa, che in una città ancora oggi devastata dalla crisi rifiuti appare già di per se ridicola, lo diventa ancor più se si pensa che il Cantiere Megaride, regolarmente autorizzato allo smaltimento degli scarti di lavorazione, aveva già provveduto lo scorso mese di giugno a rispettare tempestivamente delle prescrizioni mosse dalla Polizia Giudiziaria.

Si tratta chiaramente di un sopruso, teso ad attaccare e screditare quest'esperienza, a cui gli operai della Coop Megaride risponderanno con la lotta.

APPUNTAMENTO DOMANI (MERCOLEDI'), ORE 8.00 DAVANTI AI CANCELLI DEL CANTIERE, CALATA MARINELLA INTERNO PORTO
Per info: Luigi 3351233435, Peppe 3397212623

di seguito, il testo del volantino

NON CI PIEGHERETE

Da dieci anni i lavoratori dei “Cantieri Navali Megaride” portano avanti con le proprie forze un’esperienza produttiva inedita all’interno del Porto di Napoli. Dopo aver sconfitto un padrone interessato unicamente a speculare sul cantiere attraverso licenziamenti di massa e operazioni poco trasparenti, i lavoratori hanno dato vita nel febbraio 1999, dopo decenni di lotte dopo 4 anni di occupazione, ad una cooperativa autogestita.

Questa esperienza, che ha permesso di salvare decine di operai da un futuro di miseria e disoccupazione, ha in questi anni portato linfa vitale all’interno di un porto che da decenni, a causa di pesanti ristrutturazioni produttive, ha visto tagliare migliaia e migliaia di posti di lavoro ad opera di padroni senza scupoli.

In questi anni la Coop Megaride ha rappresentato l’unica esperienza virtuosa all’interno del Porto di Napoli, perché ha saputo coniugare l’efficienza e la qualità delle attività produttive con la tutela dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori: questo senza aver mai usufruito di nessun finanziamento e ne tantomeno beneficiato di nessuna legge a sostegno per le sue attività.

QUESTA INEDITA ESPERIENZA HA DATO E DA FASTIDIO A QUALCUNO

Già nel corso della sua decennale esperienza, il cantiere è stato più volte oggetto dell’”attenzione” delle varie autorità interne al Porto. Controlli ed ispezioni di ogni sorta da parte di Ispettorato, Finanza, INAIL, ma soprattutto di ASL e Capitaneria: proprio quegli stessi enti che da sempre sono pronti a chiudere un’occhio quando si tratta di vigilare e controllare quelle migliaia di aziende che per tutelare i profitti operano in barba alle più elementari norme di tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e degli operai.

Puntualmente, i soliti poteri “occulti” accorrono per mettere i bastoni tra le ruote ad una realtà che per qualcuno viene ritenuta scomoda.

HANNO SEMPRE VOLUTO CREARE DIFFICOLTA’,
AFFINCHE’ QUEST’ESPERIENZA NON DECOLLASSE.


Oggi, con l’ausilio della magistratura, sono riusciti a mettere i sigilli al cantiere perché, a detta delle autorità, durante la rottamazione di alcuni relitti sarebbero stati trovati, l’estate scorsa, “diversi quintali di rifiuti speciali”. Argomentazione davvero risibile se si pensa che proprio in quei mesi l’intera Campania era alle prese con una catastrofe-rifiuti che ha distrutto e sconvolto l’intero territorio. Una catastrofe ambientale per cui nessuno ha ancora pagato, tantomeno i veri responsabili che si trovano all’interno delle istituzioni e dei poteri forti della città. Come nessuno ha mai pagato per quella vera e propria carneficina che ogni giorno vede quattro operai morire sul luogo di lavoro, e in cui quelle stesse autorità giudiziarie oggi così solerti nel sigillare il cantiere Megaride se ne sono sempre “lavate le mani” (vedi strage alla Thyssen-Krupps ma anche gli scandali delle morti per amianto).

In un periodo di crisi economica, dove in tutto il mondo gli Stati e i governi si prodigano per salvare quelle stesse imprese e banche che la crisi l’hanno creata, a Napoli, capitale della disoccupazione, si decide di attaccare una delle poche realtà produttive che ancora resistono sul territorio, chiudendo l’unico cantiere che invece di pensare unicamente ai profitti, ha come unica ragion d’essere la tutela degli interessi di chi lavora e produce.

NON CI HANNO FERMATO I PADRONI
NON CI FERMERANNO NEANCHE I LORO SERVI SCIOCCHI


Napoli, 10-12-2008

I lavoratori della Coop. Megaride

Unità Comunista

Fonte

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