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    “Statolatria”: la nuova Inquisizione

    (19 Dicembre 2008)

    Non riesco ad immaginare le scena in cui è stata pronunciata la parola “statolatria”se non sullo sfondo di roghi che bruciano streghe, gatti neri infilzati, e urla di torturati dalla Santa Inquisizione che, in nome dell’amore universale, squartava e uccideva.

    Il termine usato non solo olezza di medioevo, ma rivela il vero timore, il vero nemico, il punto di non ritorno che i preti vedono avvicinarsi nelle vesti di uno Stato, quello spagnolo, che fa semplicemente il suo dovere, ossia di svolgere un ruolo laico, educativo, che non appoggia alcuna religione, mentre eroga servizi per la contraccezione, per la facilità di divorzio, e che nel 2009 ha abolito l’ora di religione obbligatoria nella scuola. Cose che rendono più facile e piacevole la vita di milioni di persone.

    Il nemico è lo STATO LAICO, lo slogan è “indottrinamento laicista del governo” e se non è questa una spudorata intromissione politica negli affari di uno Stato sovrano che ha approvato democraticamente delle leggi, ogni dialogo risulta impossibile.

    Stranamente però questa avversione per la “statolatria” si dissolve quando il Vaticano batte cassa, e non si vergogna di chiedere fior di soldi, convenzioni per le sue opere, 8 per mille, finanziamenti alle scuole cattoliche, soldi per restaurare le chiese ecc.ecc.

    La facile prova per dimostrare che Dio esiste per la Chiesa sarebbe quella di rinunciare al vile denaro degli statolatri ed affidarsi alla Divina Provvidenza, i cui enormi poteri sono ben noti, e chiedere ai cristiani di rinunciare alle cure mediche e alle pensioni erogate dagli Stati, per punirli del loro laicismo.

    Visto che questi lugubri figuri neri si intromettono nella vita dello Stato e mettono in discussione la sua sovranità, suggerisco a tutti quei movimenti laici che sono danneggiati da questa politica di andare in gruppi organizzati nelle chiese la domenica a chiedere conto, durante le prediche, di questa intromissione del Vaticano, e incominciare a pareggiare i conti, fino a che non arrivi più un solo Euro pubblico, direttamente o indirettamente, alla Chiesa cattolica.

    E’ una bella battaglia, da fare, perché bisogna comprendere pienamente il peso che oggi grava sulla democrazia. Con la Chiesa che appoggia la destra, con l’influenza che ha attraverso il denaro pubblico, abbiamo il risultato della vittoria elettorale della destra e questo è un fatto politico che nulla ha a che fare con la “libertà religiosa”.

    Qualunque forza progressista e moderna voglia aspirare al potere deve avere nel suo programma l’annullamento di ogni obbligo economico verso le religioni, l’abolizione dellobbligo all’insegnamento delle religioni nelle scuole, la scomparsa dei simboli religiosi dai luoghi pubblici.

    19 dicembre 2008

    Paolo De Gregorio

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