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Atene. Ordine pubblico

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(4 Maggio 2010) Enzo Apicella
Grecia. Il Fondo Monetario Internazionale si scontra con la resistenza popolare

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Sugli avvenimenti politici in Grecia le posizioni delle organizzazioni comuniste divergono sulla tattica e sulla strategia

(19 Dicembre 2008)

Riportiamo due documenti importanti. Si tratta dell’ultimo comunicato del KOE (Organizzazione Comunista di Grecia) - alla quale ci legano relazioni storiche e di cooperazione consolidate - molto severo nei confronti del KKE, ed una intervista rilasciata dalla segretaria del KKE (Partito Comunista di Grecia). Emerge una divaricazione profonda nell’approccio al conflitto sociale che sta infiammando la Grecia. Abbiamo ragione di ritenere che i compagni del KOE stiano seguendo la strada giusta nella partecipazione e organizzazione della protesta popolare e giovanile in corso.

CONTROPIANO

I comunisti devono avere occhi e orecchi aperti

Documento dell’Organizzazione Comunista di Grecia (KOE)

“Ho chiesto ai dirigenti politici di condannare esplicitamente gli atti di violenza. È responsabilità sia del governo che di tutte le forze politiche di isolare immediatamente socialmente e politicamente quelli che promuovono la violenza, le azioni illegali e gli atteggiamenti antidemocratici” (Dichiarazione del primo ministro Kostas Karamanlis, dopo il suo incontro con i dirigenti dei partiti parlamentari)

“La direzione della Coalizione della Sinistra Radicale deve smetterla di vezzeggiare i rivoltosi.” (Dichiarazione di Aleka Papariga, Segretario Generale del Partito Comunista di Grecia (KKE), dopo il suo incontro con il primo ministro).

“Ci sono forze politiche che hanno mostrato atteggiamenti responsabili, e altre che vezzeggiano i rivoltosi, come ho sentito dire poco fa” (Dichiarazione di Georgios Karatzaferis, capo del partito di estrema destra “LAOS”, dopo il suo incontro con il primo ministro.

“Dimmi chi ti loda, e ti dirò i tuoi sbagli.” (V. I. Lenin)

Come mai tutto questo lealismo?

La direzione del Partito Comunista di Grecia (KKE) si precipita a dichiarare al governo di K. Karamanlis la sua accondiscendenza alle regole di “leggi ed ordine”. Ha colto al volo l’opportunità di accusare la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA). Il “Partito della Lotta e dei Sacrifici” (in altri tempi, quando aveva un’altra direzione) si è degradato al punto di ricevere le congratulazioni di tutto il governo e della tendenza prevalente nei media per la sua “posizione”…
In tempi di tensione sociale e di instabilità politica, il dovere dei comunisti non è di stabilizzare il sistema. Al contrario, essi cercano di infliggergli ulteriori colpi e di limitare il suo potere, creando così le condizioni per rovesciarlo. La direzione del KKE si è dissociata da questa pratica. Anzi, si è messa a ripetere senza fine il ritornello del governo sulla “nuova asimmetrica minaccia contro la Grecia e l’ordine pubblico”. Si è posta al fianco di K. Karamanlis quando ha chiesto ai partiti politici di “mostrare responsabilità e consenso per uscire da questa difficile situazione”.
Ma da quando la “difficile situazione” del governo è anche una “difficile situazione” per il popoli e per la Sinistra? I “tempi difficili” per la grande borghesia sono forse “difficili” anche per il movimento operaio? Di colpo la “pura analisi di classe” del KKE se ne va a spasso!
Mercoledì 10 dicembre il governo ha chiesto ai sindacati di non organizzare una marcia verso il Parlamento, e il KKE ha obbedito: “PAME”, la frazione sindacale del KKE, ha “dimostrato” dall’altra parte della città, di fronte alla vecchia sede dell’Ministero dell’Occupazione (che ora sta da un’altra parte!). Venerdì 12 dicembre dozzine di migliaia di studenti hanno riempito come un mare la Piazza della Costituzione davanti al Parlamento, e la direzione del KKE ha mandato a spasso i suoi membri in stradine lontane chilometri. Inoltre, c’è stato il tentativo arbitrario e violento dei membri del KNE (i giovani del KKE) di prendere il controllo delle sedi universitarie, per impedire agli studenti di entrare e tenere Assemblee Generali! Di sicuro la “lotta di classe senza compromessi” del KKE è diventata una cosa assolutamente problematica!

Partito della classe operaia? Oppure Partito della “Legge e Ordine”

La direzione del KKE fa un gran parlare di classe operaia, di coscienza di classe e di lotta di classe”. La sua pratica però prova ancora una volta che è il partito dell’”atteggiamento responsabile”, il partito dei “buoni lealisti”. Un partito che mira a tenere ogni cosa entro la “cornice istituzionale”.
Tre anni fa, il quotidiano del “Rizospastis” fece della rivolta giovanile delle periferie francesi un tema centrale. Allora il KKE scriveva in “Rizospastis”: “Il governo francese e tutti quelli che parlano di bande di rivoltosi stanno cercando di minimizzare o di nascondere sotto il tappeto le ragioni e il contenuto della rivolta, e altrettanto fanno della disperazione della gioventù ribelle”. E ancora: “Il KKE esprime la più calorosa solidarietà ai Miserabili di oggi di Parigi e di tutta la Francia.” Questo diceva il KKE allora, quando la rivolta era in un altro paese. Ora tutto questo prova (un'altra volta) che si trattava di verbalismo “rivoluzionario” a buon mercato…
Ora che la rivolta giovanile esplode in Grecia che fa la direzione del KKE? Ci accusano di “vezzeggiare i rivoltosi”! Un esponente del KKE, un certo Ioannis Gkiokas, è arrivato al punto di accusare SYRIZA in un intervista alla radio di stato che “questo partito potrebbe coprire criminali comuni e trafficanti di uomini”!
Tutto questo è risultato dell’astio di KKE contro SYRIZA? È risultato dell’intento del KKE di continuare la “guerra civile” entro il movimento di sinistra? No! Quello che è centrale nella pratica del KKE non è l’ostilità nei confronti di SYRIZA. È il ruolo che KKE ha assunto di “guardiano della pace sociale e della stabilità”. La sua pratica è il risultato del suo ruolo come mano destra del governo e delle sue manipolazioni.

Questo governo va cacciato dal movimento? Oppure no?

La direzione del KKE non sostiene la rivendicazione “Abbattiamo questo governo di ladri ed assassini”. Naturalmente non ha una politica che conduca a tale risultato. La costante e presunta “pura” posizione della direzione del KKE è: “Non intendiamo cambiare manager”.
Noi chiediamo:”Da quando, in quali opere teoriche, in quale pratica del movimento comunista, hanno scoperto che è una cosa cattiva avere un movimento ribelle che obbliga un governo a dimettersi? Da quando un “Partito della classe operaia”, che può chiedere le dimissioni del governo, non lo fa? Specialmente quando questa richiesta è sulla bocca delle vaste masse progressiste dei giovani e del popolo?”
Chiediamo: “Perché non mettono in pratica i paroloni (“Insubordinazione e Contrattacco”) che usano nella loro propaganda? Specialmente quando la cosiddetta “opposizione” socialdemocratica del PASOK non solo non fa alcuna pressione per le dimissioni del governo ma anzi chiede alla destra di “assumersi le sue responsabilità ed esercitare il suo ruolo di governo”?
Chiediamo: “Se questo governo cadesse sotto la pressione dell’agitazione sociale e della ribellione giovanile, che può diventare movimento politico di massa nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro, non sarebbe (al di là di chi ne tragga più o meno guadagno elettorale) una grande vittoria per il movimento popolare? Non sarebbe conferma del potere e della capacità che il popolo ha di abbattere i governi e i piani reazionari?
La direzione del KKE diffama il comunismo un’altra volta. L’ha fatto in passato quando ha sostenuto acriticamente il socialismo (in)esistente, e quando ha formato governi di “unità nazionale” con i partiti di destra e con il socialdemocratico PASOK. Lo fa anche oggi, diffamando la ribellione giovanile, e spingendo così la gioventù lontano dalla Sinistra Comunista.
Per cambiare le cose, abbiamo bisogno di un movimento comunista e di sinistra volto a rovesciare la situazione presente. Non abbiamo bisogno di gente che eccelle in verbalismi, cede al ricatto della borghesia, dichiara la sua lealtà, non si dà da fare per diventare una forza della rivolta!

Organizzazione Comunista di Grecia (KOE)

Intervista ad Aleka Papariga , segretaria del Partito Comunista di Grecia (KKE)

"Le molotov e i saccheggi da parte di individui incappucciati, collegati ai Servizi segreti di Stato greci ed esteri, non hanno alcuna relazione con la rabbia espressa dalle masse degli studenti medi e universitari e dal popolo in generale", così sottolinea la Segretaria del Partito Comunista della Grecia (KKE), Aleka Papariga, in un'intervista esclusiva alla ANA-MPA, aggiungendo che i recenti avvenimenti sono usati per distogliere l'attenzione e disorientare le mobilitazioni di massa dei giovani e del popolo contro l'autoritarismo e le politiche antipopolari.
Papariga ha ribadito la sua dura critica alla Coalizione della sinistra radicale (SYRIZA), sottolineando come nel KKE, rispetto quel partito, vi siano fondamentali differenze in fatto di strategia, ideologia e politica.
Sulla prospettiva di elezioni generali anticipate, il leader del KKE ha rilevato che sarebbero solo "un buco nell'acqua" se lo scontento per il partito al governo, Nuova Democrazia, si trasformasse in un voto al principale partito di opposizione, PASOK. Mentre, alla domanda se il KKE voterebbe a favore dell'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sullo scandalo Vatopedi Monastery, Papariga ha spiegato che nell'ipotesi insorgessero evidenze di una responsabilità penale, il suo partito appoggerà la creazione di una tale commissione.
Rispondendo alle domande, Papariga ha sostenuto che la repressione di Stato e i facinorosi a volto coperto "sono dalla stessa parte": sono collegati, si alimentano reciprocamente e il loro obiettivo è quello di terrorizzare i lavoratori e la gioventù, per fronteggiare il movimento del lavoro organizzato e popolare.
Ha attribuito l'uccisione del quindicenne Alexandros Grigoropoulos nel quartiere di Exarhia ad Atene, sabato notte, da una pallottola della polizia, al crescente autoritarismo, al rafforzamento dei meccanismi e delle azioni di repressione, all'insieme di leggi reazionarie, comprese quelle europee.
Il KKE, con le sue posizioni e la sua azione, si trova in ferma opposizione. "Abbiamo ostacolato e impedito certi piani. Siamo vigili," ha detto Papariga, aggiungendo che "l'affluenza di massa allo sciopero indetto da PAME in tutta la Grecia e le manifestazioni degli studenti, anch'esse imponenti e autodifese, dimostrano come l'azione di massa organizzata può fronteggiare la repressione e il terrorismo, dimostrano che lo spontaneismo può essere trasformato in coscienza e organizzazione".
Su un'altra questione, Papariga ha detto che gli scandali, la repressione, le minacce e i ricatti che quotidianamente fronteggiano i lavoratori sui loro posti costituiscono altrettanti aspetti della politica antipopolare e il risultato del percorso a senso unico verso l'Euro perseguito da ND e PASOK ed è il frutto di una strategia che serve il profitto del capitale e la competitività mentre aggrava i problemi della classe operaia, dei giovani e degli strati popolari.
Ha detto che la rabbia e l'indignazione popolare provocata, cresciuta e manifestata per l'assassinio del giovane quindicenne, non è sufficiente per arrestare la politica antipopolare, né, ha continuato, alcun risultato può scaturire da lotte che si limitano ad esercitare solo pressioni.
Papariga ha detto che le misure adottate nell'Unione Europea negli ultimi anni e quelle peggiori che sono in preparazione – la settimana lavorativa di 70 ore, la separazione del tempo lavorativo in attivo e inattivo – approvate da ND, PASOK e SYN (Coalizione della sinistra, i movimenti ed Ecologia), costituiscono un bisogno vitale del capitale.
Il movimento, nel suo stato attuale, non può far fronte a questi problemi, ha detto, aggiungendo che è necessaria una nuova struttura organizzativa, poiché solo attraverso la lotta organizzata, un'alleanza popolare contro la politica e i partiti che servono gli interessi dei monopoli, si possono ottenere risultati positivi per i cittadini; questo è il motivo per cui è necessario il rafforzamento del KKE, che con la sua strategia e la sua azione, formula i termini e l'apertura del contrattacco popolare.
A un'altra domanda, Papariga ha detto che il KKE crede fermamente che la classe operaia delle città e delle periferie abbiano il potere di cambiare le cose, a condizione che agisca e lotti per i propri diritti in ogni luogo di lavoro, e dia vita a una alleanza anti-monopolio.
I lavoratori non devono avere paura. E' il capitale che deve preoccuparsi, l'Unione Europea e i suoi partiti, ha detto, perché la crisi è figlia del capitalismo che loro servono. La classe lavoratrice per anni ha pagato la crescita dei profitti del capitale e non c'è alcun motivo per cui ora debba pagare il prezzo della sua (del capitale) crisi. Il popolo deve far frutto della propria esperienza. I partiti che hanno mentito riguardo Maastricht, riguardo l'UEM (Unione economica e monetaria), mentono ancora, ha detto Papariga.
Che si corra in soccorso dei banchieri, come propone il governo, o degli industriali, come proposto dal PASOK, il risultato per il popolo è sempre lo stesso. Le obsolete o burocratiche proposte avanzate dalla SYN non costituiscono una soluzione. I giovani e gli strati popolari devono rifiutare definitivamente quelle politiche e i loro dogmi. Solo così possono affrontare il peggio che ancora deve venire, ha concluso Papariga.

Fonte: News Agency ANA-MPA
Riportato in www.resistenze.org

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www.contropiano.org

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