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Sicurezza sul lavoro, le proroghe del governo

(21 Dicembre 2008)

Il dl Milleproroghe rinvia di sei mesi una parte delle misure varate dal governo Prodi, che altrimenti sarebbero entrate in vigore a gennaio. Vince la logica dello ‘spezzatino’ normativo, in un paese che proprio non se lo può permettere

Morti sul lavoro, malattie e infortuni in Italia sono tutt’altro che una fiction. Ma la normativa che dovrebbe debellarli, a quanto pare, può prendersi il lusso di entrare in vigore a puntate.

Il decreto legge Milleproroghe approvato il 18 dicembre dal Consiglio dei ministri, infatti, rinvia di sei mesi alcune misure del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, che altrimenti sarebbero scattate a inizio 2009. La proroga riguarda la valutazione dello stress lavoro-correlato e l'obbligo di assicurare data certa al documento sulla valutazione dei rischi (con relative sanzioni). Ma non finisce qui: è stata rinviata al 16 maggio 2009 anche l’entrata in vigore del divieto di visite preassuntive da parte del medico competente, ossia di effettuare visite mediche preventive, prima ancora di assumere un lavoratore. Un punto particolarmente delicato, quest’ultimo, perché – secondo i sindacati - la pratica delle visite preassuntive viola lo Statuto dei lavoratori. Infine, slitta anche l’obbligo di comunicazione all’Inail degli infortuni di durata superiore a 1 giorno.

Da gennaio entrerà invece in vigore la nuova normativa sulla valutazione dei rischi aziendali, con relative sanzioni per le imprese non in regola. Indiscrezioni stampa degli ultimi giorni davano per certo lo slittamento anche di questa misura. Le proteste delle organizzazioni sindacali, però, hanno fatto cambiare idea al governo. Una delle parti più delicate del Testo unico, al cui riguardo la Confindustria aveva ripetutamente protestato chiedendo che il centrodestra ne rivedesse il meccanismo sanzionatorio, entrerà dunque in vigore a partire da gennaio 2009, a meno di sorprese sulla Gazzetta Ufficiale. Sorprese che comunque non dovrebbero arrivare, tenendo conto di quanto assicurato ai sindacati da rappresentanti del governo e del ministero del Welfare.

Ad ogni modo, tra spezzatini annunciati e parziali marce indietro emerge chiaramente la volontà politica di rivedere le norme approvate dal governo Prodi in uno dei suoi ultimi atti, tramite decreto legislativo, lo scorso aprile 2008. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha chiesto alle parti sociali (sindacati e imprese) un avviso comune con indicazioni sulle modifiche da apportare al dlgs 81/08. La Confindustria, come detto, chiede che si riveda il capitolo sanzioni (vedi qui), e trova più di una sponda nel governo. La Cgil, da parte sua, difficilmente firmerà l’avviso comune, dal momento che giudica quella di Prodi “una norma positiva e largamente attesa”, come spiega Ludovico Ferrone, responsabile del Coordinamento nazionale salute e sicurezza in Cgil.

Se la normativa può attendere, la cruda realtà dei fatti non si ferma e non aspetta nessuno. Il 18 dicembre, infatti, è morto un operaio edile di 23 anni deceduto a Vicenza a causa del crollo di un muro durante lo scavo delle fondamenta di un edificio. La vittima è Christophe Repele, 23 anni, di Zovencedo (Vicenza).

Ed è morto a Napoli, dopo due giorni di ricovero in ospedale, anche Umberto Gambino, l'operaio caduto da un'impalcatura mentre stava effettuando lavori all'interno della Stazione ferroviaria centrale di Napoli. La notizia del decesso è stata diffusa dalla Cgil. “Gli appalti - commenta ancora Ferrone - rappresentano oramai nel nostro paese una condizione di pericolo grave e immediato per centinaia di migliaia di lavoratori”. Ed è "intollerabile - per il sindacalista - che le associazioni imprenditoriali propongano di svuotare praticamente tutte le nuove norme sulla materia che sono state introdotte con il Decreto 81”. Un atteggiamento, secondo Ferrone, "analogo a quello del governo che da mesi ci dice di voler modificare il testo del Decreto sulla sicurezza senza mai dire su quali punti e come. E tutto questo mentre - aggiunge - la norma è ancora largamente inattuata e priva di troppi provvedimenti delegati che non sono stati emanati”. “E’ ora che il Governo, invece di intervenire con provvedimenti unilaterali, come da ultimi i rinvii nel mille proroghe, ci dica finalmente quello che intende fare e soprattutto quali modifiche intende apportare al Testo unico. Ma si sappia comunque che la Cgil contrasterà ogni tentativo di manomissione di una legge irrinunciabile - conclude Ferrone - per la salute e la sicurezza degli uomini e delle donne al lavoro”.

19/12/2008

articolo originale in www.rassegna.it

Davide Orecchio (rassegna.it)

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