">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

Kurdistan: Leyla Zana condannata a dieci anni di carcere

(7 Dicembre 2008)

All’attenzione dell’opinione pubblica italiana,

la Turchia sta procedendo verso una progressiva militarizzazione e lì si afferma sempre più un orientamento di tipo sciovinistico. Nella prassi quotidiana s’infliggono ormai condanne alla carcerazione a ogni rappresentante politico del popolo kurdo, per discorsi pronunciati pubblicamente.

Leyla Zana, che è già stata per dieci anni in carcere per un discorso pronunciato nella Grande Assemblea Nazionale Turca nel 1991, ha subito il 4 dicembre 2008 una nuova condanna a dieci anni di carcere, per alcuni discorsi pronunciati in Turchia nonché presso il Parlamento Europeo e presso il Parlamento britannico. Eppure Leyla Zana è uno dei simboli, riconosciuti in ambito internazionale, della lotta pacifica del popolo kurdo! Nell’ultimo biennio simili trattamenti sono tuttavia divenuti pratica quotidiana in Turchia migliaia di kurdi sono in carcere per motivi analoghi; altre decine di migliaia di persone sono sottoposte a processi penali;non si dimentichi che negli ultimi due anni nel Paese sono stati intentanti processi penali anche a carico di minorenni che anno partecipato a manifestazioni di piazza. Per alcuni, d’età compresa fra i 9 e i 17 anni, sono state richieste dalla Procura condanne a 23 anni di detenzione. In Turchia risultano anche in aumento i casi di persone decedute sotto tortura ogni settimana giungono nuove notizie di persone morte in carcere, a seguito dei gravi maltrattamenti inflitti dai carcerieri.

La linea politica che il governo porta avanti si allontana ormai dalla democraticità e appare totalmente militaristica e sciovinistica; essa provoca forme di razzismo nei confronti del popolo kurdo. Del resto, direttamente dalla bocca del Premier turco sono uscite parole che sollecitano i kurdi a lasciare il Paese e rivendicazioni riguardo all’esistenza di un unico popolo, che comportano la negazione di tutti gli altri popoli esistenti in Turchia.

Vi sono ormai molti rischi, non solo per il popolo kurdo, ma anche per altri popoli che vivono in Turchia. Sono prassi quotidiana i linguaggi contro i kurdi nelle strade, nell’intero Paese. La linea politica del governo negli ultimi anni si sta facendo radicalmente militaristica. Si riaprono del resto le porte del carcere per Leyla Zana, pur se proprio il partito di governo l’aveva indicata come punto di riferimento per conseguire l’ingresso nell’ UE. Invece, il governo attuale spinge ora i punti di riferimento verso il carcere. Simili violazioni dei diritti umani fondamentali stanno totalmente allontanando la Turchia da quei valori universali condivisi dall’Europa.

L’insistenza della Turchia nel voler risolvere la Questione Kurda con metodi militari sta militarizzando totalmente il regime turco e sta allontanando totalmente la prospettiva dell’ingresso nell’UE. La linea politica portata avanti dagli Anni ’90 contro la popolazione d’etnia kurda ha causato la distruzione di migliaia di villaggi e lo sfollamento forzato di milioni di persone all’interno del Paese. Eppure ricordiamo le parole del Primo Ministro di qualche tempo fa, secondo le quali “la via verso l’Europa passa da Diyarbakir”. Portando avanti tale linea politica militaristica, venti milioni di kurdi sono destinati in prospettiva a diventare cittadini europei per effetto di una migrazione forzata!

La linea politica portata avanti al momento dalla Turchia comporta anche maltrattamenti inflitti in carcere ad Abdullah Ocalan e, da un anno, bombardamenti nel Kurdistan iracheno, ai quali da una settimana prendono parte anche militari iraniani. Si stanno distruggendo villaggi kurdi in Irak e si sta creando instabilità nella regione, producendo odio e alienazione nelle coscienze; in tal modo si approfondisce ancor più il confitto in corso.

La condanna inflitta a Leyla Zana, Premio Sakharov per la Pace, dimostra molto chiaramente quel che può accadere a una persona kurda molto nota internazionalmente; cosa può dunque accadere a persone meno in vista, dal momento che in Turchia si prova a mettere a tacere qualsiasi voce che potrebbe aprire il mondo kurdo verso l’esterno?

Chiediamo che l’opinione pubblica internazionale si dimostri sensibile a quel che sta accadendo in Turchia alla popolazione di etnia kurda, al tentativo in atto di distruggere un popolo sulla sua terra, poiché tutto ciò potrebbe condurre ben presto a un conflitto regionale.

Auspichiamo una mobilitazione dell’opinione pubblica europea, che ricordi alla Turchia che sta percorrendo una strada che l’Europa si è già lasciata da tempo alle spalle e che ha provocato i gravi dolori della II Guerra Mondiale. Si rammenti che l’intero popolo kurdo deve poter fruire dei suoi diritti fondamentali e deve essere rispettato nella sua dignità!

Chiediamo inoltre che il governo italiano e ogni istituzione europea vigilino con sensibilità sulla condotta della Turchia, per far cessare la linea militaristica; e che si riesca ad avviare un cammino verso la soluzione della Questione Kurda basato sul dialogo invece che sul tentativo le voci che richiedono il dialogo. Una voce che richiede, con determinazione, il dialogo è quella di Leyla Zana!

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia

9251