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il pane e le rose

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Lo schiaffo del 3 gennaio

considerazioni sulla manifestazione a Bologna in solidarietà con la Palestina

(5 Gennaio 2009)

Le manifestazioni che hanno attraversato l’Europa in questi giorni in solidarietà con la lotta del popolo palestinese, hanno due importanti elementi comuni di novità.
Da una parte c’è stata una massiccia partecipazione delle comunità arabe e dall’altra la difesa senza se e senza ma della resistenza palestinese.

Anche a Bologna c’è stato un grosso corteo che ha visto la massiccia partecipazione della comunità araba locale, scesa in piazza assumendo parole d’ordine molto più avanzate della stessa sinistra italiana.
La comunità araba ha dato una dimostrazione di forza e compattezza notevoli, ed è miope valutare le forme e le espressioni che si sono viste dentro la manifestazione (slogan e preghiera collettiva in piazza, davanti a San Petronio, chiesa transennata da diversi anni per proteggerla da presunti attentati islamici) unicamente sotto il profilo religioso. Bisogna considerare cosa rappresenta l’aspetto religioso per la stragrande maggioranza della comunità araba: un elemento di identità e di collettività. Manifestare in piazza la preghiera collettiva è stato affermare la dignità della comunità arabo-mussulmana, cosi spesso calpestata dall’arroganza occidentale. Arroganza che si manifesta non solo sul livello culturale, la presunta superiorità dei valori occidentali, ma in una vera e propria divisione di classe. La maggior parte di quelle stesse persone che hanno partecipato al corteo e alla preghiera collettiva in piazza, sono gli operai che
puliscono le strade e costruiscono le case a Bologna, cosi come sono facchini, metalmeccanici, badanti, addetti delle pulizie di uffici… Sono una delle porzioni sociali che maggiormente subiscono l’arroganza padronale e istituzionale. Si è svelato in quella preghiera di massa in piazza, alla città di Bologna che esiste un'altra città. Chi ha partecipato alla manifestazione non gli è sfuggito, lo stordimento nei visi, della sinistra cittadina, quasi intimoriti dalla forza che emanava un simile corteo e una simile rappresentazione in piazza. Non servivano impianti ne fischietti, il corteo era un susseguirsi di slogan e canti, vi era una gara a chi reggeva striscioni e bandiere.
Per troppo tempo cullati dentro un esasperato occidentalismo e in un antirazzismo “peloso” non si è osservato come la società si trasformava. All’interno del corteo, vi erano moltissimi giovani e giovanissimi arabi e arabe, che parlavano di Palestina per parlare della loro condizione, del loro disagio.

Un secondo elemento importante è stata la qualità delle parole d’ordine, che riaffermavano in modo deciso una solidarietà diretta con il popolo e la resistenza palestinese, rifiutando una perversa equiparazione tra invasori (Israele) e invasi (Palestina). Uno degli slogan più sentiti è stato quello che parlava di Palestina come stato unico. La Palestina è un'unica terra, dove hanno convissuto per centinaia di anni diverse religioni e culture, il sionismo (vera e propria ideologia di superiorità razziale) ha distrutto tutto ciò. L’unica vera soluzione di pace per i popoli che vivono in Palestina è mettere al centro la costruzione di uno stato unico.
Come comunisti sosteniamo la sinistra palestinese e i movimenti progressisti, ma consideriamo anche le altre forze che oggi combattono il sionismo come organizzazioni antimperialiste. Quelle stesse forze che a Gaza in modo democratico hanno vinto le elezioni. E’ singolare osservare come le forze occidentali utilizzino in modo alquanto variabile la presunta “democrazia elettorale”, in alcuni casi bombardano perché ciò non avviene, in altri perché avviene…

I comunisti e i movimenti popolari e sociali devono capire cosa sta accadendo, e intervenire per dare voce e forza a queste porzioni sociali. Questo non con il solito –eurocentrismo- ma capendo l’essenza di classe di queste manifestazioni politiche della comunità araba. Per fare ciò da un parte occorre promuovere la difesa intransigente degli interessi di classe di queste porzioni sociali, dall’altra infittire la reciproca conoscenza e crescita tra le sinistre e i comunisti delle due sponde del mediterraneo.

I compagni e compagne della Rete dei Comunisti parteciperanno in modo attivo a tutte le manifestazioni in solidarietà con la lotta del popolo palestinese, dalla promozione di una manifestazione nazionale per la Palestina, a iniziative di protesta contro i trattati commerciali tra la Regione Emilia Romagna e Università con Israele e contro la disinformazione dei media sul massacro a Gaza.

Bologna 5-1-2009

Rete dei Comunisti-Bologna
www.contropiano.org

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