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Resoconto dell’incontro con la Farnesina sulla richiesta dei corridoi umanitari a Gaza

(14 Gennaio 2009)

Martedi pomeriggio nel corso del Sit in davanti alla Farnesina, una delegazione è stata ricevuta dai responsabili del Ministero per l’area Mediterraneo e Medio Oriente e del Dipartimento Cooperazione e Sviluppo. La delegazione era estremamente significativa: due medici, due infermieri e un attivista del Forum, di questi una donna medico palestinese e una operatrice aderente alla Rete Ebrei contro l’Occupazione.
L’incontro ha avuto una premessa politica molto chiara: “Riteniamo inaccettabile la posizione del governo italiano e della stragrande maggioranza della politica italiana sull’attacco militare israeliano a Gaza e pensiamo che il nostro sia l’orientamento della maggioranza della società italiana. Questo dato verrà dimostrato con la straordinaria partecipazione popolare alla manifestazione nazionale in solidarietà con il popolo palestinese che si terrà a Roma sabato 27 gennaio. La posizione italiana non è inaccettabile da oggi ma da quando ha accettato – insieme all’Unione Europea – di applicare l’embargo contro i palestinesi della Striscia di Gaza per motivazioni strettamente politiche. L’emergenza umanitaria a Gaza non è iniziata con i bombardamenti israeliani ma era già ben visibile e denunciata da tutte le agenzie umanitarie già da mesi a causa dell’embargo.

Fatta questa premessa , l’incontro è entrato nel merito delle proposte che abbiamo avanzato e che vi riassumiamo:
1) Apertura immediata di un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza con l’obiettivo di far uscire i palestinesi feriti e far entrare il personale medico e il materiale sanitario che si sta concentrando da giorni a El Arish (in Egitto, vicino al valico di Rafah) e che attende di entrare per portare aiuto e competenze agli esausti ospedali palestinesi di Gaza.
2) Prevedere e attrezzare la ospedalizzazione nelle strutture sanitarie in Italia dei palestinesi feriti, in modo particolare di quei feriti dalle nuove armi letali usate dalle forze armate israeliane che i medici e gli ospedali palestinesi non sanno e non possono curare perché di natura sconosciuta e devastante

Rispetto a queste due proposte i dirigenti della Farnesina hanno elencato i finanziamenti messi a disposizione dal governo italiano per l’emergenza umanitaria a Gaza: 1milione e 600mila euro attraverso l’UNRWA, 250.000 euro attraverso il Programma Alimentare Mondiale, 300.00 euro attraverso la Mezza Luna Rossa. La prossima settimana dovrebbero partire due aerei italiani con gli aiuti per Gaza. L’Enel ha messo a disposizione due generatori per gli ospedali di Gaza.
Sull’apertura del corridoio umanitario la Farnesina ritiene che sia impossibile aprirlo con i combattimenti e i bombardamenti in corso non esistendo le condizioni di sicurezza sul terreno. Per l’afflusso degli aiuti previsti si prevede di utilizzare la “finestra” delle tre ore al giorno di tregua.Il governo italiano – secondo la Farnesina – sta spingendo per una tregua e un cessate il fuoco più duraturo.
Sul ricovero in Italia dei palestinesi feriti, la Farnesina segnala che la competenza su questo è delle regioni che devono approvare e approntare i piani di accoglienza e ospedalizzazione. Le valutazioni su questo aspetto da parte della Farnesina sono più ottimistiche essendo una possibilità già sperimentata in altre occasioni.
In conclusione, si è aperto un canale di collegamento tra i movimenti di solidarietà con il popolo palestinese e la Farnesina che dovrà essere utilizzato nelle prossime settimane per far pressione e cercare di raggiungere gli obiettivi minimi.
Diventa decisivo aprire il fronte delle Regioni attivando una forte pressione per rendere disponibile concretamente i posti letto per i feriti palestinesi. Non è un problema da poco perché in molte regioni è già in corso un drastico taglio dei posti letto e del personale dovuto ai piani di rientro finanziario. La proposta che è stata avanzata alla Farnesina, ma che dovrà essere gestita anche regione per regione, è quello di sospendere per almeno i tagli di posti letto e personale. Non sarebbe affatto peregrino – per fare un esempio - far si che gli ingenti fondi che la Regione Toscana destina – tramite la fondazione Peres - agli ospedali israeliani per “curare i palestinesi”, vengano invece utilizzati per curare i palestinesi feriti negli ospedali toscani o per gli ospedali palestinesi di Gaza.
Raccomandiamo a tutte le attiviste e gli attivisti delle varie realtà locali che riceveranno questo report di prestare molta attenzione e molta cura a questo aspetto sanitario/umanitario della nostra attività di solidarietà. Si tratta di salvare e curare persone in carne ed ossa ed è un aspetto del nostro lavoro che può attivizzare moltissime persone e produrre risultati concreti. Va quindi gestito con molta precisione e molta concretezza.

Una cosa che abbiamo tenuto a precisare nel resoconto fatto a tutti coloro che erano al presidio sotto alla Farnesinaed anche a chi riceverà questo report, è che questa attività di sostegno umanitario al popolo palestinese non deve mai far perdere di priorità il fatto che la questione palestinese resta un nodo tutto politico e non umanitario.
Ci sono voluti decenni di lotta per impedire che la questione palestinese venisse affrontata e liquidata come un problema umanitario di gestione dei profughi e non come problema politico dovuto alla pulizia etnica israeliana iniziata nel 1948. Questa priorità non è e non sarà mai un dettaglio nella nostra azione politica di solidarietà.

In questo senso ricordiamo a tutte e a tutti l’importanza della partecipazione di massa e della riuscita della manifestazione di sabato 17 gennaio a Roma.

Un buon lavoro a tutte e a tutti

Forumpalestina

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