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In marcia

Assisi: boicottare le manifestazioni degli utili idioti

(16 Gennaio 2009)

Gli “uomini e le donne di buona volontà” si sono dati appuntamento ad Assisi lo stesso giorno in cui a Roma, altri uomini e altre donne - che già hanno fatto sentire la loro voce in decine di manifestazioni e azioni di solidarietà con la Palestina violentata e devastata dalle truppe genocide di Israele - marceranno idealmente accanto ai martiri dell'ennesima aggressione di uno stato violento e razzista che, da 60 anni, cerca di imporre il proprio dominio in una terra che non gli appartiene.

Abbiamo letto il loro appello, e abbiamo colto tutto l'orrore che queste anime candide - costruttori di pace - provano per i tanti (troppi) innocenti uccisi. E abbiamo sentito la loro determinazione nella condanna, netta, senza compromessi del responsabile di tali disumani misfatti : LA GUERRA.

Già. Da giorni uno degli eserciti più potenti del mondo si accanisce contro un affollato campo di concentramento (dopo averne affamato gli abitanti) … ma per i beoti sant'uomini che sfileranno ad Assisi non esistono i soldati che uccidono, gli aerei che bombardano, il fosforo che brucia, i muri e i reticolati che affamano. Esiste la guerra, la fame, l'ingiustizia. Astratti concetti contro i quali levare la propria autorevole e accorata voce.

Tutti sono uguali, aggressori e aggrediti, assassini e massacrati, tutti ugualmente responsabili, tutti vittime di un fenomeno (la guerra) che non ha cause e soprattutto NON ha responsabili.

Parrebbe di leggere il compitino di un ragazzetto di scuola elementare … la pace è molto bella … la guerra, al contrario, molto brutta. Fermiano la guerra!

Ma si da il caso che coloro che hanno progettato e organizzato la manifestazione di Assisi – in contrapposizione alla manifestazione di Roma – non sono affatto scolaretti (e nemmeno beoti).

Sono politici, organizzatori sociali, preti, amministratori, giornalisti, uomini di cultura, gente che la storia l’ha studiata e la studia, gente che sa bene quali sono le forze in campo e i responsabili di tale carneficina.

E allora sorge il dubbio – se non la certezza – che i promotori dell'Appello “Dobbiamo fare la nostra scelta” (e chi si aggregherà al loro carrozzone) la scelta l’abbiamo già fatta: quella di coprire ancora una volta le responsabilità storiche e attuali dello stato israeliano e della “comunità internazionale” che lo sostiene e lo appoggia, cercando di incanalare la crescente indignazione popolare e la condanna dell’opinione pubblica su obiettivi che hanno la stessa consistenza dei mulini a vento di donchisciottesca memoria.

La scelta, oggettivamente filoisraeliana, di nascondere la verità dietro sempre meno credibili cortine di fumo.

Boicottate i prodotti israeliani. Boicottate le manifestazioni degli utili idioti (che siano coscienti o meno di esserlo ha poca importanza!) che servono a garantire una sola pace: quella israeliana.

14 gennaio 2009

Mario Gangarossa

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