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(31 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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Ibrahim gridava: "Papà, sto morendo!" ...

(16 Gennaio 2009)

Tutto. Bombardano tutto. Gli aerei israeliani sorvolano i cieli di Gaza e fanno cadere le loro bombe su scuole, ospedali, sedi ONU. Dove c'erano bambini, dove si trovavano feriti e malati, dove erano immagazzinati aiuti alla popolazione.
Bambardano tutto e tutti. Anche dove c'è la parte più indifesa della popolazione civile. Perchè anche così si genera paura. Terrore.
Smentite arrivano spesso da parte israeliana. Poi una difesa, dicendo che in quei luoghi si nascondono miliziani di Hamas. Poi a volte le scuse, ufficiali ed inutili. Ridicole ed ipocrite. Poi, siccome è bene che non si sappia quello che succede da quelle parti, si attacca la torre ash-Sharq che ospitava diversi uffici di tv e agenzie stampa, tra cui la Reuters.

Si attaccano le sedi dell'informazione perchè non si deve sapere. Non devono essere divulgate le testimonianze che raccontano della brutalità delle azioni israeliane. Non si deve sapere della ferocia criminale dei soldati isareliani. Non deve venire fuori dei massacri perpetrati su corpi innocenti ed inermi, che non trovano alcun rifugio ai colpi israeliani.

Non si deve sapere di Ibrahim, ucciso a sangue fraddo da soldati israeliani. Ibrahim, 9 anni, aveva chiesto alla mamma di poter fare colazione in giardino quella mattina. Voleva godere di un momento di pace. Voleva sentire, per il tempo breve della colazione, che sapore aveva la serenità. Ma quando il tavolo è posizionato in giardino, un missile distrugge la casa di Ibrahim. Il piccolo è colpito ed al padre che si precipita al suo fianco grida: «Papà, sto morendo!».
Ma il suo papà non ha potuto tentare di salvarlo, perchè due soldati si sono avvicinati al piccolo. Uno ha girato il corpo di Ibrahim e l'altro lo ha finito con un colpo alla testa. Poi entusiasti del loro gesto disumano, si sono allontanati.

Non si deve sapere che per cinque giorni il corpo senza vita di Shahd, un bambino di 4 anni, è rimasto dove è stato raggiunto dai proiettili israeliani. Per cinque giorni! Cinque giorni durante i quali il fratello di Shahd, Matar, e suo cugino, Mohamed, hanno cercato invano di raggiungere il suo corpo. Ma dovevano ogni volta indietreggiare, sotto la pioggia di proiettili israeliani. Per cinque giorni hanno tentato di recuperare quel corpicino. Invano.
Perchè al quinto giorno, quando il corpo del piccolo Shahd era già diventato pasto per i cani randagi, nell'ennesimo tentativo di dare dignità alla morte del piccolo, anche Matar e Mohamed hanno trovato lo stesso destino di morte che aveva raggiunto Shahd. Anche loro, colpiti a morte dai proiettili dell'esercito israeliano.

Non si deve sapere. E' la propaganda che si deve diffondere, che deve essere ascoltata ed accettata. Solo così Ibrahim e Shahd e Matar e Mohamed e altri trecento bambini, diventano terroristi. E' così che smettono di essere bambini.

P.S.: le storie dei piccoli Ibrahim e Shahd sono tratte dal sito www.islamonline.net

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