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Scusa, India!

Scusa, India!

(15 Marzo 2013) Enzo Apicella

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    (Il nuovo ordine mondiale è guerra)

    Roma: la vostra guerra è spartizione, la vostra pace è sfruttamento!

    (25 Marzo 2003)

    La criminale guerra in Iraq è ormai una realtà. Mentre gli USA distribuiscono democrazia inviando assassini in divisa e sganciando bombe ‘’intelligenti’’, assistiamo all’ipocrita ed interessato tentativo di alcuni Stati (Francia, Germania, Russia, Cina, Belgio) di opporsi al conflitto. Ogni potente tenta di trarre da questa situazione il proprio interesse. Giacimenti petroliferi, risorse naturali, regioni importanti per la loro collocazioni geografica: questi sono i veri obiettivi dell’America. Dall’altra parte nella neonata Europa, si gioca una partita cruciale: quella dell’indipendenza politica e militare dagli Usa. Per questo Stati che lo scorso anno hanno partecipato attivamente al conflitto in Afghanistan oggi si scoprono portatori di pace. Anche il Vaticano si associa al coro, interessato all’applicazione della bolla pontificia nella nascente costituzione europea. In questo scenario l’Italia berlusconiana, se da una parte sostiene la politica economica europea fatta di tagli ai servizi pubblici e di aumento di flessibilità e precariato, dall’altra strizza l’occhio all’apparato militare ed industriale americano tenendo il classico piede in due staffe. Dall’altra parte la sinistra italiana ed europea vogliono oggi per opportunismo elettorale cavalcare le proteste nelle piazze e ripulire la propria faccia, sporca di sangue versato in Bosnia, Serbia e tutta l’ex Jugoslavia e sporca del sudore dei lavoratori sfruttati grazie alla loro opera costante di riforma del mercato del lavoro.

    MA QUALE PACE?

    E’ prioritario fare chiarezza. Pensiamo che in questo mondo fatto di carceri-sfruttamento-lavoro-precarietà-scuole lager-quartieri ghetto non ci sia spazio per la pace. Ogni giorno ci troviamo a vivere una realtà fatta di imposizioni la quale ci rende schiavi di un sistema che tutela gli interessi di pochi. Ecco quindi che la guerra la viviamo sulla nostra pelle: è un conflitto strisciante (che pochi sono disposti a riconoscere) dichiarato da coloro che detengono le leve del potere per aumentare i loro privilegi. A pagarlo saranno milioni di proletari/e massacrati dalle bombe o affamati da finanziarie belliche.

    COSA POSSIAMO FARE?

    Non ci illudiamo; non ci basta una parziale e sterile opposizione alla guerra. Preferiamo schierarci contro la società che la produce, l’ordine capitalista. Al tempo stesso non pensiamo che il conflitto bellico possa essere fermato da qualche manifestazione ‘’oceanica’’ soprattutto quando l’obiettivo è quello di racimolare qualche voto in più contro il ‘’cattivo governo Berlusconi’’.

    Siamo interessati a sviluppare iniziative ed informazione libera contro la guerra e la società che la produce per combattere le sue strutture sui territori e smascherare gli interessi che vi sono dietro: una mobilitazione continua ed autorganizzata dal basso, fuori da tutti i partiti che dia forza alla pace fra gli oppressi e alla guerra agli oppressori, per un mondo senza sfruttamento, carceri ed eserciti, a fianco degli sfruttati di tutto il mondo.

    CONTRO LA GUERRA LOTTA DI CLASSE, AZIONE DIRETTA, RIVOLUZIONE.

    MERCOLEDI' 26 PRESIDIO AEREOPORTO MILITARE DI CENTOCELLE
    appuntamento al monumento ai caduti della prima guerra mondiale in largo dei quintili uscita metro porta furba, sotto la croce di ferro

    COMPAGNI/E PER L’AUTONOMIA DI CLASSE

    Fonte

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