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i tormenti di Obama

(24 Gennaio 2009)

I primi due atti ufficiali di Obama: la direttiva su Guantanamo e la riapertura del finanziamento della ricerca sulle staminali, mi piacciono, ma nessuno mette il dito nella piaga e parla chiaro, Onu e Tribunale internazionale dell’Aia per primi.
Se un presidente degli Usa, per prima cosa, ordina ai vari corpi speciali e segreti di non torturare più la gente, bisogna dedurre che pure i sassi sapevano che ciò era vero, e che l’America era un paese diretto da un criminale, fuori dalle leggi democratiche, che aveva aggredito una nazione indipendente, l’Iraq, a migliaia di km di distanza dall’America, che non costituiva alcun pericolo o minaccia, anche se avesse avuto quelle armi di distruzione di massa, la cui esistenza era stata “provata” solo dalla immaginazione degli agenti della CIA.
Come mai il Tribunale dell’Aia, che perentoriamente chiede che siano arrestati e condotti in catene i responsabili serbi di una guerra etnica, evento comprensibile nei Balcani che sono al confine tra Europa e Asia e dove l’intolleranza religiosa pesa, nel caso del petroliere Bush, torturatore e assassino, che aggredisce una nazione, la distrugge, è responsabile di almeno un milione di morti e di 3.500 soldati americani caduti, il predetto Tribunale fa scena muta?
Eppure questo Tribunale dovrebbe essere fatto apposta per togliere dalla scena internazionale i criminali politici, che nessuno Stato ha la forza o il coraggio di condannare, e le sue sentenze dovrebbero essere tempestive e in grado di non far durare 5 anni l’aggressione all’Iraq.
L’Onu poi, che nella sua storia non ha impedito una sola guerra, è prigioniero del “diritto di veto”, mentre una elementare regola democratica dovrebbe stabilire che ogni paese, a prescindere dal numero dei suoi abitanti, vale un voto, e che la maggioranza è sovrana.
Le deliberazioni prese da Obama sulla riapertura del credito per la ricerca scientifica sulle staminali, ci dice un’altra grande verità: la Chiesa evangelica americana aveva ottenuto dal criminale Bush, così sensibile alla salvaguardia della vita embrionale, il blocco di quei finanziamenti, dimostrando in modo inequivocabile che l’alleanza tra destra e religione è un fattore certo, che però altera in modo pesante la vita democratica, in quanto la Chiesa si comporta come un partito e fa politica in senso stretto, con strutture e mezzi imponenti.
Spero proprio che Obama, che sembra contentare con questi provvedimenti l’ala progressista del suo partito, non si presenti a chiedere all’Europa maggior impegno in Afghanistam che forse non è una guerra di rapina come quella dell’Iraq, ma è sicuramente un terreno su cui l’America vuol dimostrare di essere ancora l’arbitro delle controversie internazionali, capace di alleanze con gli altri paesi occidentali, in un territorio dove vuole ostacolare la naturale egemonia della Russia e della Cina che entrambe confinano con l’Afghanistan.
Una cosa è sicura: se gli USA abbandonano quel paese, senza condizioni, nessuna minaccia arriverà mai all’America dagli afgani, e presto quel paese potrebbe essere attraversato da oleodotti e gasdotti per i quali ci vuole la PACE e il reciproco interesse.
Se anche Obama continuerà a cercare di ottenere con la forza militare il controllo su quella area, non sarà diverso dagli altri presidenti, che non hanno capito che il mondo è multipolare e che sarebbe meglio che ognuno comandasse solo a casa sua.

Paolo De Gregorio

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