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Requerdo de Madrid

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(20 Agosto 2011) Enzo Apicella
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Vaticano: a destra della destra

(26 Gennaio 2009)

Dopo il discorso di Ratisbona, in cui il “pastore tedesco” attaccava i musulmani attraverso le “recentissime” esternazioni di Manuele II Paleologo (imperatore bizantino 1350-1425), dopo la vicenda della restaurazione della preghiera del venerdì santo nella “messa tridentina” in cui si fa appello ai “perfidi” ebrei alla conversione alla verità della Chiesa e al ruolo salvifico di Gesù, ecco la notizia di ieri, ora si perdonano e si riammettono nella Chiesa 4 vescovi nominati dal tradizionalista scissionista Cardinale Lefebre. Tra questi vi è un certo signore inglese, il vescovo Williamson, noto per la sua intransigente negazione dell’Olocausto, che peraltro è un reato sostenere in molti paesi e si dovrebbe per questo essere arrestati e giudicati.
Naturalmente queste scelte di Ratzinger, lungi dall’essere casuali o avventate, hanno provocato dure proteste sia dei musulmani, sia degli ebrei, ma ciò che è indigeribile è il solito viscido metodo di non parlare chiaro (connotato genetico dei preti), perché questi atti rivelano una volontà molto semplice: quella di dichiarare finito l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di matrice conciliare, mascherandosi dietro “scelte sofferte di perdono, paterne sollecitudini” e falsità varie.
A onor del vero, il pluridecennale “dialogo interreligioso” non aveva dato alcun frutto concreto, nemmeno con la vicina Chiesa Ortodossa, e negli ultimi anni si è vista, soprattutto in Africa, una progressiva “scristianizzazione” a favore dell’Islam, dove le due grandi religioni monoteiste sono concorrenti, al punto di arrivare anche a scontri armati.
La innaturale penetrazione cristiana in Africa, applaudita e finanziata da tutti i colonialisti, mimetizzata dietro opere umanitarie, ospedali, scuole, missioni, ha destabilizzato molte situazioni, e nuove e vecchie identità religiose sono alla base di guerre e tensioni.
Comunque sia, il Papa ha deciso che il dialogo è fallito, anche se per dirlo non ha usato un linguaggio onesto e normale, ma ha proceduto con decisioni simboliche, coerenti e concordanti tra loro, dove lo spirito tradizionalista di concorrenza e scontro tra religioni prevale.
Risulta un po’ ridicolizzato il paradigma della “infallibilità” del Papa, visto che gli “scomunicati” dal Papa precedente, senza aver fatto alcuna abiura, sono riabilitati dal suo successore: uno dei due non è così infallibile.
Cercando di imparare dai fatti reali e non dai dogmi, non fidiamoci di persone che hanno questi modi così perversi e contorti di comunicare, essi, i preti, perseguono un disegno di egemonia e di evangelizzazione che va a configgere con altre culture e religioni, fattori che scatenano guerre reali e odi inestinguibili.
Io capisco le debolezze e le paure che portano le persone a sperare in un’altra vita dopo la morte, è troppo pesante vivere faticosamente, con rinunce e sacrifici, e pensare razionalmente che la vita non ha alcun significato trascendente, e merita di essere vissuta solo se è piacevole, assistiti dalla salute, senza guerre, e senza vedere gente straricca e chi muore di fame.
Tutte le religioni approfittano di questa debolezza umana e, fin dall’antichità, i preti si sono inventati le storie più fantasiose nel promettere l’aldilà, dai sacrifici umani per placare l’ira degli dei, alle nostre sofferenze come porta per il paradiso, alle 40 vergini che ogni combattente islamico, morto in battaglia, troverà ad attenderlo in paradiso.
Fino a quando la maggioranza delle persone si farà infinocchiare dalle palle delle religioni l’umanità non farà mai passi avanti.
Quante persone, senza la speranza di una vita migliore, accetterebbero di farsi spremere come limoni dai loro padroni, quanti partirebbero a rischiare la vita nelle guerre in nome della patria e invece scopri che rischi la pelle per le multinazionali, quanti perdonerebbero i torti ricevuti mentre è giusta la vendetta?
La destra capitalista e quella religiosa sono un tutt’uno nel mantenere il sistema che oggi governa il mondo. Senza la religione che convince i poveri a non ribellarsi e a perdonare i torti subiti, l’attuale sistema crollerebbe subito e la storia dell’uomo potrebbe cominciare.

25 gennaio 2009

Paolo De Gregorio

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