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Abolire i fondi pensioni. Ripristinare la pensione a riparto

(27 Gennaio 2009)

Il liberismo ha destrutturato la società civile. ha fatto macerie del diritto del lavoro e vorrebbe privatizzare le istituzioni previdenziali dei lavoratori.

Causa fondamentale della crisi che investe l'Italia è la diminuzione dei redditi da lavoro e da pensioni di oltre il trenta per cento e di circa il dieci per cento del PIL a vantaggio dei ceti imprenditoriali, professionali, finanziari.

C'è uno squilibrio che porta verso nuovi squilibri verso nuove divaricazioni tra parti ricchissime e ricche della società e parti che confinano con la povertà assoluta degli homeless che va corretto con una energica forte risoluta azione sociale. Se la Confindustria fiancheggiata da CISL e UIL e dal Governo continua a dare le carte e costringe la CGIL a giocare di rimessa solo per ridurre il danno, l'Italia non uscirà mai dalla crisi.

La crisi investe i fondi pensione riducendone i rendimenti ma anche i valori nominali. Insomma si è aperto un processo che riduce a carta straccia accantonamenti per la anzianità dei lavoratori, fondi che sono costituiti da quello che una volta si chiamava salario differito. Alla prova della storia ( il termine non è altisonante) i lavoratori sono garantiti dalle istituzioni pubbliche che si sono create nel corso di processi virtuosi di evoluzione del diritto del lavoro e della contrattazione sindacale:
la privatizzazione della previdenza ha dato pessime prove di se e, nella migliore delle ipotesi, laddove riesce a dare un qualche beneficio il suo significato nel contesto generale quasi sempre negativo è insignificante. Quanti, spinti anche dalle organizzazioni sindacali hanno destinato il TFR (glorioso gruzzoletto che serviva per aiutare un figlio a sposarsi, integrare la pensione, concedersi qualcosa al tramonto della vita) ai fondi integrativi sono in grado oggi di tracciare una pesante riga rossa negativa. Forse non hanno più neppure quanto è stato e viene versato.

E' urgente chiudere tutti i fondi pensioni, sciogliere i consigli di amministrazione. Gli amministratori dei fondi pensione sono gli unici che hanno avuto benefici favolosi. Se mettiamo insieme il costo degli emolumenti dei consiglieri di amministrazione dei fondi pensioni avremo il tesoro di Ali Babà. Quando questi signori andranno in pensione avranno livelli apicali e si collocheranno tra i superprivilegiati. Se depuriamo i fondi pensioni dei costi degli amministratori e degli apparati che si sono creati avremo un Cristo spogliato di tutto....

E' urgente rimettere in discussione le due ultime riforme delle pensioni italiane. Queste hanno creato una situazione gravissima. Se fate il conto ad un lavoratore medio di quanto percepirà di pensione tra trenta anni vi renderete conto che non avrà il minimo per vivere.

Intanto Confindustria e destra guardano con cupidigia l'INPS ed anche l'INAIL. Sono golosi dei fondi che incamerano e che finora hanno garantito stabilità economica e sociale. Vogliono la privatizzazione dell'inps e dell'inail e accaparrarsi di una accumulazione e di un meccanismo giuridico che le lotte dei lavoratori sono riuscite a determinare con la collaborazione di giuslavoristi davvero illuminati, veri statisti della società coesa.

Le tante rovine creaate dalla legislazione recente del gruppo controriformatore trasversale di destra e di sinistra Da Sacconi a letta, da Biagi a Bersani non sono ancora riusciti a ridurre come la città di Gaza i diritti e le istituzioni sociali create. Ma è necessario non continuare a subire, a giocare di rimessa, a ridurre il danno, ma a chiedere un ripristino con restauro di un sistema pensionistico pubblico a cominciare dalla collocazione dei fondi pensioni dei sindacati dentro l'INPS.

Il sistema liberistico senza regole di Bush ha portato il mondo alla rovina. Il sistema liberistico con regole non garantisce che la parte sociale di cui è espressione e tende a distanziarsi dalla società dei poveri. Il ripristino ripensato alla luce della complessità sociale di oggi della legislazione basata su potenti istituzioni pubbliche dei lavoratori e sul ritorno della pensione a ripartizione garantirà una società più prospera, con meno debiti, più coesa, più fiduciosa del futuro. Un futuro che il capitalismo non solo non garantisce ma oscura di presagi terribili. Il mondo ha bisogno di socialismo e di un mercato soggetto non solo a regole ma anche a duri controlli pubblici.

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