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Cori ingrati

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(21 Marzo 2010) Enzo Apicella
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(L'oppio dei popoli)

La vita non è di Dio (e nemmeno dello Stato)

(27 Gennaio 2009)

Sembrano cose ovvie, da democrazia avanzata in cui “dovremmo” essere, ed invece mi capita di subire in Tv, a freddo senza essere avvertito dell’evento, il perentorio e indiscutibile giudizio dell’esponente della mafia cattolica di Comunione e Liberazione, Roberto Formigoni, che sentenzia che la vita è “indisponibile”, essa appartiene a Dio, e che bisogna vietare che Eluana Englaro abbia il rispetto della sua volontà, chiaramente espressa nella vita cosciente ai suoi genitori.

L’integralista cattolico, abituato a trattare con le pecore, vuole imporre il suo punto di vista ai laici, cosa che nessun laico si sognerebbe mai di fare con un credente, ossia imporgli aborto, contraccezione, divorzio, eutanasia, trattamento biologico.

I laici, gli agnostici, gli atei, che sono milioni, ma invisibili e senza voce, non debbono affidarsi alla buona volontà di qualche giudice, come ha fatto il padre di Eluana, ma devono pretendere il rispetto della propria volontà, che è l’unico tipo di libertà che abbiamo (se non siamo ricchi capitalisti), e che tale volontà, messa per scritto e affidata a un notaio o a un magistrato, sia legge esecutiva senza dover passare per nessun tribunale, o tanto meno dalla approvazione della Chiesa.

In parole più crude, significa ottenere una “dolce morte” quando le sofferenze individuali vengono giudicate dall’individuo inaccettabili, e se si è incoscienti deve valere il desiderio espresso nel testamento biologico, e anche qui si tratta di ottenere l’eutanasia.

Nessuno vuole imporre niente a nessuno, ma in una fase politica in cui è al potere un partito che si chiama PDL, partito delle libertà, appare grottesco negare la libera scelta del non credente che pretende dallo Stato la garanzia che la sua volontà sia rispettata, fino a licenziare dalla sanità pubblica coloro che evocano l’obiezione di coscienza, in quanto gli Stati devono tutelare tutti i cittadini. Se un cittadino non intende farlo, non deve essere assunto nelle strutture pubbliche, e all’atto della assunzione deve dichiarare la propria disponibilità a praticare aborti ed eutanasia.

Lo Stato non è una Chiesa e non deve esporre simboli religiosi nei luoghi pubblici, nelle scuole, nei tribunali, negli ospedali, e l’insegnamento della religione deve essere abolito come condizionamento in una età in cui la capacità critica dell’individuo non è ancora piena, e comunque nessuno impedisce ai cattolici di andare in parrocchia e fare tutte le ore di religione che vogliono, magari stando attenti alle molestie sessuali degli “educatori”.

Paolo De Gregorio

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