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Mercenari di Berlusconi

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(28 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Silvio Berlusconi difende la scuola cattolica contro quella pubblica che subirebbe l'influenza deleteria di ideologie che non rispettano la verità

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Per Cisl, Uil e Ugl la crisi la devono pagare gli operai e gli impiegati pubblici.

Con la “riforma” dei contratti si perdono trecento euro l’anno per gli operai del settore privato e 600 per gli statali.

(30 Gennaio 2009)

L’attuale crisi che investe l’occidente e la sua economia di mercato, non è diversa dalle precedenti crisi del capitalismo. Essa nasce da due fattori, sovrapproduzione e disuguaglianza sociale. Il liberismo economico degli ultimi 25 anni ha infatti dato luogo inevitabilmente all’ennesima crisi del sistema. Si è proceduto a politiche che hanno continuamente impoverito la classe lavoratrice, in Italia in particolare a partire dal 1991, sia con il Centro Destra che con il Centro Sinistra, ridistribuendo la ricchezza a vantaggio delle classi elevate. Ma come già accaduto 80 anni fa, con la crisi del 1929, per sostenere la produzione e i profitti industriali si è incentivato un consumo drogato tutto basato sugli acquisti a rate, sui mutui e sui prestiti bancari, che ha avuto come risultato ultimo il crack finanziario, e ora la crisi industriale, che nel 2009 sarà durissima, solo pochi giorni fa la sola FIAT ha dichiarato il rischio di licenziamento per 60.000 lavoratori, mentre nel nostro territorio dopo la chiusura della Minerva, sono entrate in crisi la Technocar, la Meccanotecnica e altre aziende.

La Riforma dei contratti contenuta nell’Accordo Quadro sottoscritto dal governo Berlusconi, Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confesercenti e da CISL, UIL e UGL prevede il cambiamento dei parametri per il recupero del tasso di inflazione, e l'allungamento della durata dei contratti a tre anni. Con l’accordo del luglio 1993, il valore in termini di salario di un punto di inflazione era di 18 euro, con questo accordo scenderà a 15,35, con una perdita secca di circa il 15 %. Peggio sarà per i dipendenti statali che vedranno decurtato il loro punto del 30%. Si tratta di 300 euro l’anno per il settore privato e di almeno 600 per i dipendenti pubblici. Si è calcolato che se i parametri dell’Accordo Quadro Governo Berlusconi/CISL/UIL fossero stati applicati nei cinque anni che corrono tra il 2004 e il 2008 gli industriali avrebbero avuto un guadagno di 16 miliardi di euro che sarebbero rimasti nelle loro tasche e non sarebbero perciò entrati in quelle degli operai.

QUESTO ACCORDO INSEGNA DUE COSE.

LA PRIMA E’ CHE PER IL GOVERNO BERLUSCONI E GLI INDUSTRIALI, LA CRISI LA DEVONO PAGARE GLI OPERAI E I LAVORATORI DEL SETTORE PUBBLICO.

LA SECONDA E’ CHE I SINDACATI, CHE NON RAPPRESENTANO PIU’ DA TEMPO GLI INTERESSI DEI LAVORATORI, SONO DIVENTATI IN MODO SFACCIATO UNO STRUMENTO IN MANO AGLI INDUSTRIALI E AL GOVERNO, E COMPLICI DELLE LORO POLITICHE. IN QUESTO SENSO GUARDIAMO CON ATTENZIONE CIO’ CHE FARA’ LA CGIL, PERCHE’ L’ACCORDO QUADRO SUI CONTRATTI RICHIEDE UN IMPEGNO DI LOTTA CHE VA BEN AL DI LA’ DEL SEMPLICE RIFIUTO DI FIRMARLO.

CASA ROSSA per la Costituente Comunista (spoleto)

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