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Operazione foibe

(10 Febbraio 2009)

Parlano di genocidio, di immane strage di italiani senza colpa né scampo.

Il 10 febbraio – data che la Repubblica gli ha concesso come contentino – saranno in piazza: contriti, tristi, affranti. Deporranno i loro fiori ai loro morti. E intoneranno l’inno nazionale, tutti insieme appassionatamente (da An ad As passando per Fn e il Non). Qualcuno, più coraggioso e irriverente degli altri, saluterà romanamente il pilastrino in marmo di Piazza Martiri Triestini (che non sono quei martiri, ma sono pur sempre martiri…). Romanamente. A braccio teso. Loro che, se glielo vai a chiedere, ti risponderanno che nelle foibe non ci sono finiti solo i fascisti, ma dei generici italiani. Loro, che se insisti, negheranno persino di esserlo, fascisti.

Pagliacciate. Che le foibe – per come sono state scoperte all’opinione pubblica (fiction, trasmissioni piene di imprecisioni, cifre a caso sparate da storici improvvisati) – siano un’astuta operazione propagandistica, lo sanno tutti coloro che ancora possono permettersi il lusso di riflettere e approfondire. Di più: che le foibe siano una bufala, una vendetta anti-partigiana consumata postuma sulle amnesie degli addetti ai lavori, lo sanno anche i fascisti. Ma il 10 febbraio è il loro grande giorno, il giorno della rivalsa, del riconoscimento delle istanze revisioniste da parte di uno Stato compiacente. E non possono lasciarselo sfuggire. E allora… che si celebrino – con tutti i crismi dell’ufficialità – gli aguzzini tramutati in agnelli.

Certo, fa strano pensare che i contriti siano gli stessi che non perdono occasione per esaltare l’onore: ma l’onore dei vinti non risulterebbe accresciuto se costoro rivendicassero il loro sporco ruolo, prima di abbandonarsi alle lacrime da coccodrillo?

La Giornata del Ricordo in onore delle “vittime delle foibe” è un’abile mossa politica, fondata sull’ignoranza, sull'isteria e sul fanatismo, sul negazionismo (in senso stretto: omettere gli orrori compiuti dai colonialisti fascisti in Jugoslavia e soffermarsi solo sulle conseguenze) e sulla menzogna. Per un giorno i fascisti potranno impunemente abbandonarsi all’apologia. E lo Stato abbasserà la testa davanti ai loro “A noi”.

Noi? Noi no: noi saremo sempre qui, a ricordare a questo Paese melodrammatico, che nelle foibe finirono i fascisti e i collaborazionisti, i colpevoli diretti e indiretti di vent’anni di sopraffazione subita dalle popolazioni civili slovene, croate, istriane, dalmate. E che nessuna “emozione” di comodo potrà cancellare la vergogna del fascismo.

Link:

Settimana antirevisionista alla Sapienza: http://www.agitproponline.com/inoltriamo/inoltriamo.asp?id=381

Chi sono gli "storici" delle foibe?: http://www.agitproponline.com/inoltriamo/inoltriamo.asp?id=379

Noi ricordiamo tutto: http://www.agitproponline.com/inoltriamo/inoltriamo.asp?id=380

::AgitProp::

Fonte

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