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PD: l'agonia continua

(21 Febbraio 2009)

Quando lamentiamo la mancanza di democrazia, buona parte della colpa la dobbiamo attribuire al cattivo funzionamento dei partiti che non hanno elaborato negli anni regole capaci di far vivere in modo democratico le loro organizzazioni.
Non voglio parlare dei partiti di destra, dove ormai il copione è quello del potere economico e mediatico e le decisioni vengono prese da pochissimi capibastone, ma di un partito di “sinistra”, che si definisce democratico e non lo è.
Se lo fosse stato, alle dimissioni di Veltroni, si dovevano aggiungere tutte quelle del gruppo dirigente, e dunque Franceschini compreso. Doveva essere organizzata una votazione di tutti gli iscritti al partito dove si chiedeva una cosa molto semplice, ma decisiva: si va subito ad un congresso per decidere una nuova linea politica ed eleggere nuovi dirigenti, oppure si va con un segretario reggente alle elezioni amministrative ed europee, ma senza una linea politica?
L’esito della votazione non sarebbe importantissimo, la crisi del partito è profonda e la prognosi infausta, ma il metodo di dare il potere agli iscritti di decidere con la loro testa sarebbe una buona cosa, che però in genere non succede mai.
Ai delegati, solo 1500, oggi è stato chiesto di decidere tra Franceschini e Parisi come segretario “pro tempore”. Hanno scelto Franceschini, cosa veramente ridicola visto che è il braccio destro di Veltroni e corresponsabile dei suoi insuccessi elettorali.
In questo caso non vi è stata democrazia, perché i delegati erano tutti legati alla linea politica del segretario dimissionario,mentre andava immediatamente azzerata anche questa rappresentanza dando il potere agli iscritti.
La gente si allontana dai partiti e dalla militanza se si accorge di non contare nelle decisioni importanti, e fa bene ad andarsene, perché finchè non ci saranno organizzazioni che fissano regole ferree nel tutelare la democrazia interna, e per prima cosa due mandati come parlamentare, come segretario, come sindaco, l’allontanamento della politica diventerà inarrestabile.

21 febbraio 2009

Paolo De Gregorio

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